Uefa, il presidente Ceferin convinto: “basta visioni apocalittiche, presto i tifosi torneranno allo stadio”

Il presidente dell'Uefa si è detto fiducioso sulla ripartenza del calcio europeo, sottolineando come presto torneranno anche i tifosi negli stadi

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Il calcio europeo è ripartito lo scorso week-end con la Bundesliga, un primo passo verso il ritorno alla normalità anche per le altre federazioni, che continuano a lavorare sulla data di ripartenza.

Ceferin
Catherine Ivill/Getty Images

La stessa Uefa è decisa a far riprendere le proprie competizioni, come ammesso dal presidente Ceferin ai microfoni del Guardian: “siamo pronti, seguiremo le raccomandazioni delle autorità ma sono assolutamente sicuro che il buon vecchio calcio, con i suoi tifosi, tornerà molto presto. Se scommetterei un milione di dollari sul fatto che gli Europei si potranno giocare nel 2021? Lo farei, non so perché non dovrei. Non penso che il virus durerà per sempre, penso che le cose cambieranno prima di quanto molti pensano. La situazione è seria ma i contagi sono in calo, siamo più prudenti, conosciamo meglio questo virus. E poi sono ottimista, non mi piace questa visione apocalittica per cui dobbiamo aspettarci una seconda, una terza o una quinta ondata“.

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Photo by Harold Cunningham/Getty Images

Il numero uno dell’Uefa ha poi proseguito: “questa è una nuova esperienza e quando ci sbarazzeremo di questo virus, le cose torneranno alla normalità. Il calcio non è cambiato dopo le Guerre mondiali, non cambierà dopo questo virus. La gente dice che il mondo non sarà lo stesso, magari ha ragione, ma allora perché non pensare che sarà migliore? Perché non pensare che saremo più svegli, o che finalmente ci renderemo conto di quanto siamo fragili davanti alla natura? Ci sono sempre delle lezioni da imparare“.

Mbappé
David Ramos/Getty Images

Per concludere, Ceferin ha spezzato una lancia a favore dei calciatori: “non penso che siano avidi. Il mercato fa i prezzi. E se qualcuno ti propone 20 milioni di dollari all’anno, non penso che c’è chi direbbe ‘no, non voglio essere avido, datemi 200 mila dollari’. È il mercato che decide. Vediamo se la risposta del mercato a questa crisi farà scendere certe cifre. Ma non è corretto parlare di giocatori avidi perché hanno ingaggi così alti. Portano molti ricavi e il calcio è una grande industria che paga parecchie tasse, come le pagano i calciatori”.

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