Due anni ancora da calciatore e poi un futuro da dirigente, è questo il progetto di Giorgio Chiellini, ripresosi da poco da un brutto infortunio che avrebbe potuto metter la parola fine alla sua carriera.

Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, il capitano della Juventus ha spiegato quali saranno i suoi obiettivi quando appenderà le scarpe al chiodo: “quello che mi piacerebbe fare è un percorso dirigenziale, anche se non so in quanto tempo potrò farlo e dove mi porterà. Mi vedo su quel ramo che non magari come allenatore. Il calcio è una passione, è la mia vita e ne farà sempre parte. Spero di poter fare tante cose, adesso voglio godermi ancora qualche anno in campo, uno o due non lo so. Il periodo di stop? E’ stato difficile, ho vissuto il primo mese nel Centro sportivo e in quarantena, non potevo uscire. Poi sono tornato in famiglia e sono riuscito a spendere tanto tempo con la mia famiglia, anche se quello che succede intorno ti toglie un po’ la gioia. Sono stati giorni difficili ma anche belli, in cui abbiamo riscoperto valori che la vita a mille all’ora ci aveva fatto un po’ trascurare“.

Sulla BBC, Chiellini ha ammesso: “abbiamo fatto la storia, abbiamo avuto dietro un mostro sacro come Buffon ed è stato tutto più facile. Barzagli era il più silenzioso, ma quando apriva bocca tutti lo ascoltavano. Era un grande giocatore, forse sottovalutato a livello internazionale. Gigi è un fratello maggiore. Sono 15 anni che viviamo insieme 330 giorni all’anno. Ha una capacità innata di trasmettere emozioni. E’ vero, sfidavo Ibra perché volevo rispetto anche in un gruppo di campioni inarrivabili. Ero il meno bravo, ma volevo restare in squadra“.

Sulla riduzione degli stipendi in casa Juve, Chiellini ha concluso: “siamo persone intelligenti e abbiamo capito il momento. Ho fatto da tramite, niente di più. Il gruppo ha capito il momento ed è andato incontro alla società e ci tenevamo a dettare una linea e ad essere d’esempio. E’ un momento difficile per tutti, abbiamo capito cosa passa nel mondo“.