Coronavirus, il premier Conte spiega la Fase 2: “non è un liberi tutti. Ordinanze delle Regioni? Impugneremo solo se…”

Il premier Conte ha parlato della Fase 2 che inizierà nella giornata di domani, sottolineando come non si tratterà di un liberi tutti

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Domani scatterà ufficialmente la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus, il cosiddetto periodo di convivenza con l’infezione come ha ammesso il premier Conte, che ha chiesto ai cittadini di non abbassare la guardia.

Coronavirus
Vittorio Zunino Celotto/getty images

Il Presidente del Consiglio è tornato a parlare ai microfoni de ‘La Stampa, mettendo in chiaro alcuni punti: “se nei prossimi giorni avremo risultati positivi, potremo anche valutare di anticipare alcune riaperture, venendo incontro ad alcune specifiche richieste delle Regioni. Ma una cosa è riaprire sulla base di verifiche agganciate ad accurati parametri che tengano conto dell’andamento epidemiologico, altra cosa è farlo in base a iniziative estemporanee. Entriamo nella fase 2 dell’emergenza. Non casualmente ma grazie al poderoso sforzo collettivo che abbiamo fatto insieme e che ci ha permesso di ricondurre la soglia del contagio a un livello accettabile. Questa nuova fase non può essere intesa come un ‘liberi tutti’, evitiamo gesti di disattenzione o di rimozione collettiva. Il virus continua a circolare tra noi“.

Conte
Chris J Ratcliffe/Getty Images

Sulle ordinanze regionali, Conte ha ammesso: “le divergenze di vedute sono fisiologiche, ma come ha ripetuto più volte il Presidente Mattarella, in questa fase particolarmente critica, dobbiamo mantenere saldo il principio di coordinamento delle iniziative e lo spirito di leale collaborazione tra le varie istituzioni dello Stato. Con le Regioni e gli enti locali il nostro dialogo è costante e, nel complesso, anche fruttuoso. Stiamo ottenendo questi risultati con lo sforzo di tutti . Il nostro obiettivo è quello di essere tutti al servizio di un piano organizzato su presupposti scientifici, che ci garantisca di attraversare la fase 2 in modo ordinato, limitando quanto più possibile ulteriori danni. Quanto all’impugnazione delle ordinanze territoriali, la riserviamo solo ai casi di estrema necessità“.

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