Mario Isola volontario della Croce Viola, dalla vestizione allo smaltmento: “vi racconto cosa succede quando ci chiamano dall’ospedale”

Mario Isola racconta il suo ruolo di volontario per la Croce Viola durante l'emergenza coronavirus: le parole del boss Pirelli

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L’emergenza coronavirus sta costringendo l’Italia intera a restare chiusa in casae uscire solo per questioni lavorative o di necessità, come la spesa o visite mediche. Tra coloro che possono uscire ci sono i volontari, che insieme ai medici e gli infermieri, si fanno in quattro per aiutare chi ha più bisogno.

Tra coloro che scendono in campo ogni giorno per la lotta contro il coronavirus c’è anche Mario Isola, head of F1 and Car Racing Pirelli, volontario nelle autoambulanze della Croce Viola.

Ho cominciato quando avevo 18 anni, quindi ho 32 anni di esperienza. Siamo abituati ai rischi, ma in questo periodo la tensione è più alta. Il contagio ci obbliga a rispettare precauzioni particolari, per tutelare la salute degli operatori sanitari, e a livello psicologico si affrontano situazioni difficili, come quella di dovere dividere i pazienti dai loro cari al momento di portarli via. Ho visto colleghi distrutti e anche qualcuno che ha pianto“, ha raccontato alla ‘rosea’.

Per un servizio si impiega circa un’ora. Da quando la centrale operativa del Niguarda ci informa che si tratta di un sospetto caso di coronavirus, scatta la vestizione con camici monouso, mascherina Ffp2, occhiali speciali e doppi guanti. Arrivati sul posto, sale un solo operatore in casa della persona che accusa i sintomi, e se necessario lo seguono gli altri. Terminato il trasporto, bisogna areare l’ambulanza per 20 minuti e sterilizzarla in ogni parte, tutti i rifiuti infetti devono essere smaltiti. Nell’ultimo turno che avevo fatto, durato dieci ore,
siamo usciti nove volte e in cinque casi si trattava di sospetti Covid. In pratica siamo tornati alla base solo per pochi minuti“, ha concluso Isola.

 

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