Lazio, Diaconale distrugge Cellino: “è un asino patentato che raglia e scalcia, ha paura di finire in Serie B”

Il portavoce della Lazio ha risposto per le rime alle accuse di Cellino, che ieri aveva definito un 'asino' Claudio Lotito

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Durissimo botta e risposta tra Brescia e Lazio, uno scontro dialettico che vede protagonisti Massimo Cellino e Arturo Diaconale, rispettivamente presidente del club lombardo e portavoce della società romana.

Cellino
Emilio Andreoli/Getty Images

Dopo le parole del numero uno delle ‘Rondinelle’, pronta è arrivata la replica della squadra biancoceleste affidata a Diaconale: “decisamente stupefacenti le parole di Cellino, nel senso che suscitano stupore per la loro ingiustificata gravità, le dichiarazioni rilasciate dal presidente del Brescia, Massimo Cellino, in una intervista al quotidiano della propria città, in cui ha aggredito Claudio Lotito, che a suo parere non rappresenterebbe la Lazio visto che del ‘club è solo il presidente del Comitato di Gestione’ e con cui non vuole neppure parlare. Purtroppo per lui, però, il raglio d’asino che non può giungere in Paradiso sembra essere proprio il suo. Non solo perché ignora il sistema duale di gestione societaria e non tiene conto che la S.S. Lazio è una società quotata in Borsa e che la maggioranza del suo pacchetto azionario è detenuta dal presidente Lotito. Ma soprattutto perché, se oltre a ragliare si mette anche a scalciare in maniera violenta e scoordinata, dimostra di essere lui stesso un asino patentato che ha difficoltà a discutere in maniera civile e composta”.

Lotito
Marco Rosi/Getty Images

Diaconale infine ha concluso: “naturalmente si comprende perché mai Cellino sia così irritato e nervoso nell’insistere sulla sua richiesta di bloccare il campionato e cristallizzare la classifica scongiurando l’ipotesi della caduta in serie B per la sua squadra. Ma per evitare una eventualità del genere (di cui Cellino dice non essere spaventato in quanto certo di un immediato ritorno della sua squadra nella serie superiore) è proprio necessario ragliare e scalciare in maniera così scomposta da rendere fin troppo evidente che per lui Lotito è solo un pretesto per nascondere il timore di dover piegare la testa alla legge dello sport, quella secondo cui i risultati validi sono quelli espressi dal campo e non dalle interviste?”.

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