Il coronavirus non ha pietà proprio per nessuno e sta devastando il mondo intero, rovinando anche intere famiglie. Gli ultimi dati italiani sono positivi e presto la popolazione potrebbe affrontare la fase 2 dell’emergenza.
Intanto, però, non mancano le dure testimonianze di persone che fortunatamente sono sopravvissute al virus. Tra queste c’è Maria Rosa Quario, ex sciatrice e madre di Federica Brignone, oggi giornalista, che ha raccontato con un suo articolo su “Il Giornale” la sua tosta avventura.
“Adesso che sto bene, che sono a casa e ho ritrovato la forza per accendere il pc e schiacciarne i tasti, adesso ho voglia di raccontare. Quello che nelle ultime due settimane hanno saputo solo i miei famigliari e gli amici più cari“, ha scritto la madre della campionessa di Coppa del Mondo.
“Tutto è cominciato attorno al 20 di marzo, una settimana dopo il ritorno di mia figlia Federica dalla Svezia”, ha spiegato Maria Rosa. “Ero senza energie, tutto mi costava fatica e se mi sforzavo era solo per aiutare lei che mi stava ospitando in casa sua come spesso in inverno, perché una mano per far da mangiare, lavare, pulire e mettere a posto è sempre gradita da chi passa come un lampo senza aver nemmeno il tempo di disfarsi la valigia“, ha continuato la madre della Brignone, il cui peggioramento è arrivato però dopo la consegna delle Coppe di cristalli nella casa della figlia.
“È il crollo. Mi metto a letto, non mi alzerò più per cinque giorni, con la febbre che salirà fino a 39.6 e una specie di delirio costante ben simulato al telefono con le persone care (ad esempio i miei genitori novantenni). Chissà da chi ho preso il Coronavirus… Federica mi cura a distanza, è asintomatica, sta benone, non smette di allenarsi e intanto cucina i miei piatti preferiti per stuzzicare un appetito inesistente. Le do ben poche soddisfazioni. Da giorni ormai gusto e olfatto sono un ricordo. Fede si prodiga. Mi lava le lenzuola bagnate di sudore. Mi porta da bere, mi obbliga a farlo. Si procura le medicine che il medico di fiducia mi ordina di prendere“, ha continuato l’ex campionessa di sci, che ha convinto la figlia a non contattare il 112, rassicurandola.
“La febbre è sempre alta, ma il respiro va bene. Già, fino a venerdì sera. Siamo al 27 marzo. Dal sabato anche il respiro comincia a mancare. Tosse secca. Mi sembra di avere un tappo in gola. L’aria non va giù. Passa la giornata e non riesco nemmeno più a mangiare. Alle 6 della notte fra sabato e domenica ho un attacco di tosse terribile. Fede si sveglia, non ci pensa un attimo, chiama il 112. L’ambulanza arriva subito, mi danno l’ossigeno, mi portano all’ospedale di Aosta, esami, prelievi, rx, ecografie, tampone, tutto quello che serve. Ricovero. Cinque giorni curata da angeli di cui non saprò mai le sembianze. I progressi sono rapidi e veloci. Sono positiva al virus, mi cambiano di reparto. «Chi è atleta resta atleta tutta la vita» mi dicono stupiti della mia energia, della voglia che ho di guarire in fretta. Passano cinque giorni e riducono l’ossigeno, poi lo tolgono. Mi fanno un test, lo supero. Sono libera di tornare a casa, casa mia, lontana da Federica, lontana da tutti. So già che appena potrò uscire andrò a coccolarmi un po’ le coppe di cristallo, perché stando male mi sa di non averle viste tanto bene“, ha concluso la madre di Federica Brignone.