Coronavirus – L’AIC critica il nuovo Dpcm: “vietare allenamenti alle squadre è scelta discriminatoria e illogica”

L'Aic si scaglia contro il nuovo Dpcm del governo: criticate l'incertezza sulla ripresa degli allenamenti di squadra e sull'effettivo ritorno in campo

SportFair

Il nuovo Dpcm varato dal governo in materia di norme utili a contrastare il Coronavirus, non c’è traccia di alcuna data relativa alla ripresa del campionato di Serie A. Si fa inoltre riferimento al 18 maggio come giorni in cui potrebbero riprendere gli allenamenti di squadra, condizionale d’obbligo dovuto all’evolversi della malattia. Un’incertezza che ha generato aspre critiche, fra le quali quella dell’AIC che si è espressa attraverso un comunicato sul sito ufficiale: “l’Assocalciatori manifesta le proprie perplessità, nonché la sorpresa, in merito alla decisione del Governo sulla modalità di ripartenza dello sport italiano. Si ritiene, infatti, discriminatoria, prima ancora che illogica, l’idea di far riprendere l’attività negli impianti sportivi ai tesserati di discipline sportive individuali e non consentire ai calciatori professionisti – così come ad altri atleti tesserati per discipline di squadra – lo svolgimento di allenamenti in forma individuale nei centri sportivi, come peraltro già consentito nel mese di marzo 2020. La norma, inoltre, rischia di produrre un aggravamento e non il contenimento del rischio! Per il lavoratore sportivo la fase di riatletizzazione dopo questo stop obbligato è un passaggio necessario e utile anche ad evitare infortuni e per essere pronti per iniziare il 18 maggio gli allenamenti di gruppo; non v’è che non veda come sia sicuramente più pericoloso fare attività individuale nelle zone cittadine e su superficie inidonee. Rimane l’auspicio di un pronto intervento del Governo utile ad eliminare le evidenti distorsioni che deriveranno dalla applicazione delle norme contenute nel DPCM del 26 aprile“.

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