Coronavirus, Cairo spaventato: “di questo passo avremo 18 mila morti. Calcio? Oggi non mi interessa”

Il presidente del Torino ha parlato dell'emergenza Coronavirus, esprimendo la propria preoccupazione

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La situazione del mondo del calcio non preoccupa Urbano Cairo, allarmato molto più per l’emergenza che deve affrontare l’Italia, vessata dal Coronavirus.

Cairo
Gabriele Maltinti/Getty Images

L’epidemia sta mietendo contagiati e vittime, spingendo il Governo a prendere decisioni drastiche che, molte persone, non hanno ancora compreso appieno. Il presidente del Torino ha invece capito la situazione, come ammesso ai microfoni dell’ANSA: “della situazione del calcio non parlo, è importante per me, ma lo è molto di più l’Italia: e mi preme dire che l’emergenza per il coronavirus mi ha convinto che qui ci vogliono misure ‘cinesi’, molto più dure di quelle prese fino a oggi. Oggi non serve a nulla essere ottimisti, ma si deve essere realisti, anche pessimisti visto che non sappiamo quando ci sarà il picco per evitare un disastro sociale e poi economico. Occorre stare tutti chiusi in casa. D’altra parte, se la proiezione del raddoppio ogni 4 giorni ci porta a 371 mila ammalati il 31 marzo, vuol dire che con il tasso di mortalità confermato al 5 per cento, sono 18 mila morti: una cosa epocale. Ecco perché ci vuole la misura draconiana di imporre a tutti nelle zone rosse e in quelle colpite di stare a casa e non muoversi, c’è un tema di salute nazionale. Insomma marzo tutti in casa, per poi ripartire velocemente“.

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