Coppa Davis, problemi fisici alle spalle per Sonego: “se Barazzutti mi farà giocare non lo deluderò”

Coppa Davis, i problemi fisici di Sonego sembrano essere alle spalle: l'infortunio al polso rimediato a Rio de Janeiro non preoccupa

SportFair

La storia di Lorenzo Sonego è nota: giocava soprattutto sulla terra rossa, vinceva con i polmoni ancor prima che con la tecnica. Accanto a lui c’è Gipo Arbino, il coach con la pipa che ha rinunciato allo stipendio sicuro alla Vagnone&Boeri Abrasivi per inseguire un sogno: aveva visto nel braccio di quel giovane torinese timido e introverso qualcosa di speciale ed era convinto che quel ragazzo alto e magro, ma dal cuore gigante (“cuore Toro“, ripete sempre), gli avrebbe regalato grandi soddisfazioni.
Aveva visto giusto: nel 2019 Lorenzo ha centrato i quarti nel Masters 1000 di Monte Carlo, quindi ha conquistato il suo primo torneo nel circuito maggiore ad Antalya sull’erba. Qualche settimana prima aveva sfidato al Roland Garros il mito Federer. “Come si affronta una leggenda? Mi sono sforzato di trattarlo come un avversario qualsiasi – racconta – però poi entri in campo, vedi che il pubblico è tutto per lui e la sua presenza la senti eccome. Devi essere bravo a dimenticartene in fretta e a pensare solo a quello che devi fare tu. Negli ultimi due set ci sono riuscito anche se li ho persi”.

E’ il nostro terzo uomo di Coppa Davis: top 50 (numero 46 Atp), alle spalle di Matteo Berrettini e Fabio Fognini. Ed è tra i convocati a Cagliari per la sfida contro la Corea del Sud. Il 24enne piemontese ha già fatto parte della nazionale azzurra che ha partecipato lo scorso novembre alle sfortunate Finals di Madrid nel nuovo format della Coppa Davis. Alla Caja Magica non è mai sceso in campo, ma qui a Cagliari potrebbe esordire in maglia azzurra.

Io sono a disposizione del capitano, decide lui. Se sceglie me mi farò trovare pronto”. Barazzutti conta molto su Lorenzo, che dopo un avvio di stagione poco brillante e un digiuno di vittorie durato cinque mesi (per la precisione dall’Atp di Metz) ha rivisto la luce a Rio, dove ha raggiunto i quarti interrompendo una striscia negativa di 11 match persi di fila.

Servizio potente dall’alto dei suoi 191 centimetri, ottimi fondamentali da fondo campo. Il colpo migliore è il diritto, che gioca sia in difesa che in accelerazione per aprirsi il campo e chiudere. “Sto lavorando molto sul rovescio, sulle aperture, sull’alternanza delle rotazioni e ora riesco ad essere più incisivo e a non perdere campo. A questi livelli è fondamentale”.
Oggi Sonego è un giocatore completo, capace anche di cambiare strategia e andarsi a prendere il punto a rete se è il caso. E’ diventato più aggressivo e gioca con i piedi più dentro al campo. “Sto puntando molto anche sulla preparazione atletica, che deve essere adeguata ai livelli richiesti oggi dal tennis”. Infatti non c’è palla corta o recupero su cui non si fionda nonostante le lunghe leve.

Racconta tutto con una tranquillità che denota tanta umiltà, probabilmente dovuta al fatto che è cresciuto senza puntare tutto sul tennis fin da ragazzino, ma conducendo una vita normale nella sua Torino: famiglia, scuola, amici. “Da piccolo non ero forte, anzi. Sono molto legato alla mia città e ci torno sempre volentieri tra un torneo e l’altro. Lì ho il mio gruppo storico di amici e quando sono a casa esco sempre con loro”.  E’ attaccatissimo al maestro Arbino e si fa aiutare da un preparatore mentale, Lorenzo Beltrame: “Anche su Skype quando sono dall’altra parte del mondo”, dice. Gli piace la musica, ama ballare e ha una fidanzata, un’ottima ragazza che gli dà tranquillità.

Condividi