La quarantena ai fornelli e la rivelazione della sua infanzia, Buffon ammette: “ho simpatizzato per l’Inter”

Buffon tra ammissioni e racconti: il portiere della Juventus svela un simpatico retroscena riguardante la sua infanzia dalla quarantena

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Nonostante la quarantena forzata a causa del coronavirus, gli sportivi riescono sempre a far parlare di sè. Challenge, gesti da applausi e video-interviste: i campioni dello sport sanno come non far annoiare tutti i loro fan che li seguono da casa sulle piattaforme social.

Buffon
Emilio Andreoli/Getty Images

Oggi è stato il turno di Gigi Buffon, ospite in una videochiamata sui canali di Juventus Tv. Il portiere bianconero ha parlato della sua infanzia, ammettendo di aver avuto qualche dubbio sulla squadra da tifare: da piccolino tifavo Juve, Trapattoni era il mio idolo e quando è andato all’Inter confesso che ho avuto un tentennamento”.

Buffon ha aperto una parentesi anche sulla scelta di tornare in bianconero: “è stato naturale. Ho fatto un anno bellissimo a Parigi e probabilmente mi ci voleva anche per disintossicarmi, ma ho sempre tenuto i contatti con il mondo bianconero. Il mio excursus da tifoso è singolare. Da bimbo andavo a Udine dai miei zii, che erano juventini. Trapattoni è diventato il mio idolo e quando è andato all’Inter ho tentennato, simpatizzavo anche per loro. A 12 anni però sono diventato tifoso del Genoa. Che cosa vorrei dei miei compagni? Le manone di Szczesny mi rassicurano tanto, vorrei tante cose di Chiellini e il destro di Bonucci. Ho fatto una vita da Superman e non mi sono trovato male, non mi metterei nei panni di un altro. Non ho mai avuto dubbi sullo sport che avrei fatto, il mio amore per il calcio soffocava tutte le altre discipline. Non sto smettendo perché mi sento ancora bene ma anche per rispetto dei sogni del Gigi bimbo, che mai avrebbe immaginato di arrivare fin qui”.

Buffon
Emilio Andreoli/Getty Images

Infine non è mancato un commento sulla quarantena: “per chi vive in città in un appartamento è complicato, ma bisogna avere rispetto per gli altri e seguire le indicazioni che ci vengono date. Tutto questo ci unirà ancora di più. Siamo abituati a non pensare e a bruciare tempo, possiamo uscirne tutti cresciuti. L’abbraccio con Dybala? In quel momento c’era troppa adrenalina, ti lasci prendere dall’euforia e non riesci a pensare ai rischi, magari esponendoti al contagio. Nei momenti di difficoltà io prospero, perché il mio grado di incoscienza mi aiuta. Non sto male, dopo i primi due-tre giorni in cui ho dovuto prendere le misure con moglie e figli, ho trovato i miei spazi e ci sto bene. Mi diletto ai fornelli e me la cavo: quando c’è l’esigenza so spadellare. La mia ricetta è penne al sugo e tonno: la perfeziono da 25 anni. Ho rivisto ‘Le ali della Libertà’ e sto rileggendo ‘Intervista col potere’, poi guardo ‘Peppa Pig’ con mio figlio”.

 

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