Benevento, il presidente Vigorito tuona: “se dovessero negarci la promozione in A, sarei pronto a ritirarmi”

Il numero uno del Benevento ha minacciato di ritirarsi nel caso in cui le istituzioni non permettessero la promozione in A del proprio club

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La situazione delicata che sta vivendo il calcio italiano è lungi dal risolversi, ma le istituzioni stanno provando a capire come comportarsi nel momento in cui l’emergenza rientrerà. I campionati sono sospesi fino al 3 aprile, ma c’è il rischio che non si continui a giocare se il virus non accennerà a scomparire.

Inzaghi e Vigorito
Giuseppe Bellini/Getty Images

Cosa fare dunque in caso di mancata ripresa? Il presidente del Benevento, Oreste Vigorito, vuole vederci chiaro, per questo motivo ha tuonato ai microfoni di Radio Punto Nuovo: “nell’ipotesi in cui dovessero negare al Benevento di salire in A, io cercherò di capire se tutto viene fatto in nome di un sacrificio generale. Se invece vengono premiate istanze di natura soggettiva per club che hanno maggiore rilevanza nazionale, il Benevento dovrà cercarsi un altro patron. La Lega B vuole terminare questo campionato, non è normale dopo 28 partite annullare i sacrifici economici, finanziari di una tifoseria, di una società, di una città“.

Vigorito
Francesco Pecoraro/Getty Images

Vigorito ha poi proseguito: “la questione prioritaria è la salute dei cittadini, ciò che mi vede critico sono le soluzioni che ci saranno quando tornerà la normalità. È giusto che i giocatori abbiano la stessa tutela sanitaria di tutti, il problema è capire cosa si farà quando tutto sarà stabilizzato. Mi sembra evidente che qualcuno parla di non proseguire il campionato, far fare play off e play out, cristallizzare il campionato. Tutte proposte fatte da chi ne ha interessi nel farlo. Sono certo che la FIGC ci stia già pensando, ma noi abbiamo tanti dubbi e incertezze e le voci sempre più assordanti. Noi italiani abbiamo un problema serio: pensiamo sempre a ciò che devono fare altri, io penso sempre a ciò che posso fare io. Noi come sistema calcio dobbiamo pensare a cosa potrà fare il calcio domani, non guardare al Ministero alla Salute”.

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