Atletica, Tamberi spera nei Giochi: “ho rinviato anche il matrimonio, ma capisco che la situazione sia grave”

L'atleta italiano ha preparato la prossima Olimpiade in ogni dettaglio, ma è consapevole che l'emergenza Coronavirus potrebbe vanificare tutto

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Ha partecipato a Londra 2012 rimanendo però lontano dalle prime posizioni, saltando poi Rio 2016 per un infortunio che non gli ha permesso di volare in Brasile.

Tamberi
Alexander Hassenstein/Getty Images

Gianmarco Tamberi non vede l’ora di partecipare a Tokyo 2020, ma è ben consapevole che i Giochi potrebbero essere rinviati per l’emergenza Coronavirus. Gimbo ne ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, esprimendo le proprie sensazioni: “aspetto l’Olimpiade da otto anni: dopo tutto quel che ho passato mi viene il sangue freddo e mi si ferma il cuore a pensare che potrebbe venir posticipata a chissà quando. Al contempo sono razionale. Se ci saranno rischi, non si potrà fare. Ne prendo atto: ma non smetterò di crederci fino a quando non mi verrà detto che sarà così. Stare nel limbo, in attesa di quel che accadrà, non è semplice. Anche in fatto di motivazioni. Per ora resto sul pezzo. La situazione però è difficile da gestire“.

Tamberi
Ian MacNicol/Getty Images

Sono stati tanti i sacrifici compiuti finora, Tamberi li snocciola uno ad uno: “lultimo anno e mezzo l’ho trascorso in funzione dell’appuntamento a cinque cerchi. La programmazione di allenamenti e gare, Mondiali compresi. Tutte le scelte agonistiche e non solo, fino agli Assoluti indoor del mese scorso voluti alle 9.15 del mattino per simulare l’orario della qualificazione olimpica. I progetti di matrimonio rimandati a dopo i Giochi. Ma, per favore, fatemi ben chiarire una cosa: tutto questo è nulla rispetto a quel che sta accadendo nel mondo. Di fronte a medici e infermieri sono in difficoltà. Forse, in questo momento, non dovrei nemmeno parlare pubblicamente. Così come, contrariamente al solito, non mi va di postare banalità“.

Tamberi poi ha proseguito: “mi metto in trincea, la situazione è in divenire e credo durerà ancora un po’. Se domani mi impedissero di uscire, mi trasferirei ad Offagna, a 15’ da Ancona, dove vive papà. Ha uno spazio all’aperto e con delle stuoie in tartan improvviseremmo una pedana. Sono pronto a cambiare in corsa. Anche ad affrontare un’Olimpiade senza fare gare. La prima sarebbe stata il 10 maggio proprio in Giappone. Una decisione andrà presa entro inizio giugno. Allora temo che i tempi siano molto stretti. Ma, appunto, la salute prima di tutto“.

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