La 70ª edizione di Sanremo ha portato una discreta dose di innovazione musicale sul palco. Nonostante non siano mancate le ‘vecchie glorie’ (alcune non così vecchie, altre sì…), il Festival ha dato spazio a diversi giovani e a performer decisamente borderline per i canoni del programma. Da Achille Lauro ad Elettra Lamborghini, passando per Junior Cally e soprattutto… Myss Keta.
Se i primi 3 sono piuttosto conosciuti al grande pubblico, specie ai più giovani, attraverso i social e le biografie presenti su internet, di Myss Keta si sa poco o nulla. La cantante infatti, non è mai apparsa nemmeno a viso scoperto, mostrandosi sempre con una maschera, un burqa e degli occhiali da sole a coprirle il voto. Identità nascosta, poche tracce sul suo passato, di Myss Keta si sa che si è avvicinata al mondo della musca nel 2013, sposando l’idea del collettivo Motel Forlanini di creare un personaggio che cantasse della cultura milanese in tutte le sue sfaccettature.
A partire da ‘Milano, sushi e coca’, cliccatissimo singolo di debutto, nella discografia di Myss Keta si trovano tematiche che hanno a che fare con il glamour, la vita mondana, i luoghi (e i luoghi comuni!) della movida milanese, il sesso, la droga e la vita spericolata. Il tutto condito da un abbigliamento e un’attitudine che oscilla fra la linea sottile che divide cool e trash. Myss Keta, che vanta due album in studio (‘Una vita in Capslock’ e ‘Paprika’) ha spiegato di essersi ispirata a Madonna, Peaches, Miss Kittin (dalla quale ha preso spunto per il nome), Lady Gaga, Jo Squillo e Raffaella Carrà.
Perché Myss Keta indossa la maschera? La maschera non è soltanto un tratto distintivo del suo look, servitole a nascondere la propria identità e a creare curiosità intorno al suo personaggio. La rapper ha spiegato di ispirarsi al costume dell’antica Grecia, nella quale gli artisti si presentavano a teatro con una maschera. Sul palco del teatro Ariston parteciperà nella serata dei duetti con Elettra Lamborghini esibendosi in ‘Non succederà più’, mentre ogni sera conduce ‘L’altro Festival‘ insieme a Nicola Savino.