“In Cina il Corano viene bruciato, le moschee sono state chiuse, le scuole teologiche islamiche, le madrase sono state bandite, gli studiosi religiosi sono stati uccisi uno per uno. Nonostante tutto, i musulmani stanno zitti“, con queste parole Mesut Ozil ha dato vita ad una vera e propria diatriba che ha mischiato calcio e politica. Il centrocampista tedesco è intervenuto a difesa della minoranza uigura (di fede musulmana), a suo dire, perseguitata nella regione dello Xinjiang.
La Cina, di tutta risposta, ha oscurato la partita fra Arsenal e Manchester City dall’emittente statale CCTV, dichirando che il giocatore è stato ingannato da notizie false. Il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, ha dichiarato: “il giudizio di Ozil è stato influenzato da osservazioni non veritiere. Sarei felice di vederlo andare nello Xinjiang e dare un’occhiata. Fintantoché ha buon senso, può fare una chiara distinzione tra giusto e sbagliato, vedrà uno Xinjiang diverso. Lo Xinjiang gode di stabilità politica, sviluppo economico, unità nazionale, armonia sociale e… persone che vivono e lavorano in pace e appagate“.