Francesca Schiavone ce l’ha fatta. Ha vinto la sua battaglia più difficile, quella contro un cancro maligno che 8 mesi fa le avevano diagnosticato, caduto come un macigno sulla sua vita. Lo ha fatto con il “solito” atteggiamento, quello che Francesca ha tenuto per tutta la sua carriera e che sta continuando a tenere anche adesso, nel momento più difficile. Lottatrice innata, una donna che si esalta nelle difficoltà e fa venir fuori il meglio di sé, lontana dai riflettori dei quali non sente il bisogno.
Francesca non ha voluto render nota la propria storia nel momento più difficile, dopo aver saputo d’avere il cancro, bensì dopo guardato in faccia ed averlo sconfitto. Sì perchè una lottatrice non cerca compassione, non vuole aiuto se non dai più vicini amici e parenti, una lottatrice vuole ottenere il proprio scopo stringendo i denti per poi poter esultare in faccia alla vita dopo avergliela fatta nuovamente sotto il naso. E’ sempre stato così per Francesca, trovatasi spesso anche sul campo da tennis a fare i conti con chi non credeva in lei fino in fondo, sino a quando non ha sorpreso tutti vincendo niente poco di meno che uno Slam. E’ stato l’apice della sua carriera quel Roland Garros 2010, un torneo nel quale la Schiavone ha dimostrato sì d’essere una lottatrice innata, ma ha messo in scena anche altro, pennellate che resteranno nella mente dei tanti appassionati italiani che in quei giorni hanno tifato per lei. Il suo back, che spesso nascondeva una palla corta, in quel di Parigi ha fatto ammattire nell’ordine Wozniacki, Dementieva e Stosur, rispettivamente teste di serie numero 3, 5 e 7 del torneo, mica bruscolini insomma.
Molte delle sue proverbiali battaglie inoltre le ha giocate in “maglia” azzurra. Con la Nazionale italiana i successi sono stati tanti, uno più indimenticabile dell’altro. Vincere per tre volte la Fed Cup non è certo cosa da tutti: 2006, 2009 e 2010, il “triplete” italiano porta indelebile il marchio della Schiavone. Nonostante il suo 2010 da urlo con la vittoria a Parigi e quella in Fed Cup, il best ranking per Francesca è arrivato l’anno successivo nel mese di gennaio: numero 4 della classifica WTA. Sì, avete capito bene, numero 4 del seeding pur dovendo lottare fianco a fianco con dei mastini con caratteristiche fisiche diametralmente opposte rispetto alla piccola Schiavo. Basti pensare alle sorelle Williams, alla stessa Wozniacki sconfitta al Roland Garros, alla Clijsters, Dementieva o Jankovic. Insomma, con talento e coraggio la Schiavone ha superato ostacoli impensabili, ultimo, solo in ordine di tempo, questo cancro maligno che ha tentato di intaccare la sua tenacia, senza riuscirci. Francesca si è rialzata ancora una volta: “ciò che non uccide, fortifica“, sembra essere questo il mantra della Schiavone in queste ore seguite all’annuncio della sua malattia debellata. Francesca non lascia il mondo del tennis, anzi, tutt’altro. A caldo dopo essere tornata sulla bocca di tutti, annuncia di voler allenare puntando ad una delle migliori tenniste al mondo: “voglio la Halep“, ha dichiarato, giocatrice per certi versi simile a Francesca.
Dunque non pensate affatto di poter vedere nei prossimi mesi una Schiavone schiva, dimessa, abbattuta dalla malattia, che si piange addosso dopo il calvario di 7 mesi. Francesca è pronta a tornare, a ruggire come sempre, a dare tutto per la sua passione, per il tennis. In che ruolo, in quale angolo, ancora neanche Francesca lo sa, ma siamo certi che in molti saranno pronti a fare carte false per accaparrarsi una donna di questo spessore, capace di vincere battaglie ben più complicate rispetto ad una partita di tennis.