Il responsabile dell’area tecnica del Milan ha sottolineato come lascerebbe l’incarico se Elliott chiedesse di vincere tra dieci anni
Il momento che sta vivendo il Milan non è certamente positivo, l’esonero di Giampaolo e il pari casalingo con il Lecce confermano la difficile situazione in cui versa il club rossonero.
Paolo Maldini ha provato a spiegare cosa stia accadendo a Milanello, intervenendo ai microfoni di Sky Sport 24: “il momento è delicato ma fa parte di una fase di ricrescita del club. Tre cambi di proprietà in pochi anni hanno minato la squadra e il cambio allenatore di quest’anno è una cosa che non ci aspettavamo, è stata una scelta presa a malincuore ma c’era la necessità di affiancare un allenatore esperto e dalle idee forti ad una squadra giovane. Se prendi una decisione a metà stagione significa che il campionato è andato, se la prendi all’inizio, puoi essere affrettato ma può esserci l’idea di incidere sul campionato. Il cammino è difficile, i tifosi e chi guarda il Milan hanno un’idea più completa della situazione, e poi sono abituato alle critiche, sto facendo il massimo: la mia permanenza non sarà figlia dei risultati. Berlusconi? Gli vorrò sempre bene. La sua tendenza a fare sempre battute spesso lo rende inelegante ma l’affetto per lui resterà immutato. Il fatto che sia qui a lavorare con Boban significa che non vogliamo tornare a quel livello tra dieci anni. Se nell’idea della proprietà c’è la volontà di tornare competitivi tra 10-15 anni e fare dodici anni da squadra di media classifica, non saremo più a capo della direzione sportiva”.