Cristiano Ronaldo carica la Juventus in vista degli impegni di Champions League: il portoghese non si pone limiti e mette i trionfi di squadra prima di quelli individuali
Cristiano Ronaldo protagonista anche fuori dal campo. In conferenza stampa, alla vigilia della sfida fra Juventus e Lokomotiv Mosca, il fuoriclasse portoghese ha parlato da vero leader esaltando le qualità dei compagni e mettendo al primo posto i trionfi di squadra rispetto a quelli personali.
CR7 ha elogiato la figura di Maurizio Sarri e ha spiegato di trovarsi bene con i vari partner d’attacco: “il mio ruolo è simile forse ho un po’ più di libertà, mi sento a mio agio e sono contento. Siamo nella posizione in cui dovrebbe trovarsi la Juve, abbiamo cambiato tanto ma per migliorare. Lo stiamo facendo in maniera graduale e prossimo crescere ancora. Abbiamo un allenatore diverso e nuovi compagni, mi piace il modo in cui Sarri vuole che giochi la squadra: abbiamo più fiducia, creiamo più occasioni. Siamo cresciuti in ciò che non facevamo bene l’anno scorso. Magari non segniamo quanto vogliamo ma siamo sulla buona strada. Con Dybala e Higuain mi diverto, idem con Bernardeschi e gli altri, i miei compagni sono tutti forti, poi decide il mister chi deve partire titolare ma Paulo e Gonzalo sono entrambi due grandi giocatori“.
Cristiano Ronaldo ha poi dichiarato di voler arrivare a nuovi record personali attraverso i trionfi con il proprio club: “700 gol? Sono orgoglioso per il record, ma la priorità è vincere con la Juve e con la nazionale. Per me il calcio ogni anno è una sfida, logico che vogliamo vincere la Champions oltre che il campionato. La Juventus deve pensare in grande, puntiamo a essere primi in tutto e penso che sia possibile. Non ho niente da dire sull’aspetto individuale, per me conta il collettivo, perché quando si vince con la squadra si arriva agli obiettivi individuali. In questo momento il Pallone d’oro non è la cosa più importante. Conta di più battere la Lokomotiv, perché se ci riusciremo al 50 per cento saremo qualificati. L’età è un numero, non significa che a 33, 34, 35 anni io sia necessariamente a fine carriera. Posso dimostrare in campo di essere ancora decisivo, anzi adesso mi sento più lucido e maturo”.