L’allenatore della Salernitana è tornato a parlare della sua esperienza sulla panchina della Nazionale, sottolineando di non provare alcuna invidia per Mancini
La Nazionale Italiana si è qualificata aritmeticamente ai prossimo Europei del 2020, un risultato esaltante arrivato grazie alle sette vittorie conquistate in sette partite del girone di qualificazione.

Un ruolino perfetto quello di Mancini, riuscito nella missione di risollevare l’Italia dopo il disastro di Ventura. Proprio l’ex ct è tornato a parlare oggi ai microfoni di di Radio Anch’Io Sport su Radio 1, soffermandosi sulla sua esperienza azzurra: “quando ho accettato, forse avrei dovuto pensare che non era la cosa più giusta da fare. Ma ho accettato col cuore e nel calcio spesso chi sceglie col cuore sbaglia. Se non ci fosse stata la Spagna ci saremmo qualificati con due mesi d’anticipo, ma è andata diversamente e ancora oggi me ne dispiaccio, e lo dico da tifoso dell’Italia. Ho vissuto un’esperienza dura, oltre il risultato sportivo negativo. Ho dovuto prendere le distanze altrimenti avrei dovuto pagare molto di più dal punto di vista psicologico, ho dovuto prendere le distanze per riprendermi la mia vita, si è cercato di cancellare questi 34 anni di vita sul campo che ho fatto. Faccio i complimenti a Mancini che sta facendo un grandissimo lavoro e spero riesca a portare la Nazionale dove merita, perchè io sono e resto un grandissimo tifoso dell’Italia. Nessuna invidia, quello che ho vissuto io è stata una esperienza dura perchè molti l’hanno vista solo come un risultato sportivo negativo ma è stato qualcosa di più: è stato qualcosa di epocale“.
Sui giovani: “si è seminato per creare lo zoccolo duro dell’Italia del futuro puntando su un gruppo giovane ma di qualità che sta facendo anche esperienza internazionale. Complimenti a Mancini, spero che abbia la possibilità di riportare l’Italia dove merita. Al di là del percorso straordinariamente positivo, la nota più lieta è questa infornata di giovani, questa crescita esponenziale che hanno avuto, da Chiesa a Bernardeschi passando per Sensi e Barella, fino a quelli che stanno arrivando, come Zaniolo. Il grande merito è dare la possibilità a questi ragazzi di poter dimostrare, crescere, fare esperienza. Quando convocai per la prima volta Barella molti si stupirono, oggi gioca nell’Inter e questo lo aiuta anche a crescere. Spero sia iniziata una tendenza“.