Il Milan soffre a Verona, ma torna a casa con i tre punti. Il gioco latita, la mano di Giampaolo stenta a vedersi: si vede invece quella di Gunter che genera il rigore trasformato da Piatek che spezza il digiuno
Domenica di Serie A ricca di gol ed emozioni che si chiude con una sfida in controtendenza sul piano dello spettacolo. La trasferta di Verona si conferma, ancora una volta, complicata per il Milan che rischia di trasformare l’ennesima sfida in casa degli scaligeri in una partita ‘fatale’, come da tradizione. La gara si mette subito bene per i rossoneri che si ritrovano in vantaggio numerico grazie all’espulsione di Stepinski che stende Musacchio con una mossa da MMA.
Ospiti che però non riescono a far valere la superiorità numerica e anzi, con il Verona rintanato dietro, fanno ancor più fatica a creare una trama di gioco in grado di far male agli avversari. I giocatori di qualità faticano a dare slancio alla manovra: Calhanoglu pensa più a dare sostanza in mediana, Suso è nella sua classica ‘partita no’, mentre Paquetà appare fumoso e nervoso. Il brasiliano lascia il campo a Rebic nella ripresa e il Milan si sveglia. Sulla sinistra il nuovo arrivato mette fisico e strappi in velocità, in grado di dare un po’ di slancio alla manovra. Il Milan però continua a fare fatica nella costruzione dell’azione.
La gara si sblocca dunque grazie ad un episodio: Gunter ‘para’ un tiro di Calhanoglu con il bracio e per l’arbitro Manganiello è calcio di rigore. Piatek si presenta dal dischetto e non sbaglia: la sua esultanza, reiterata e polemica, è un chiaro messaggio alla critica dopo il lungo digiuno che durava dallo scorso maggio. Il ‘Pistolero’ è tornato a sparare. Unica notizia positiva per il Milan. Presentarsi al derby in queste condizioni, e con l’assenza di Calabria espulso per un’ingenuità nel finale, potrebbe essere una macchia importante nell’inizio di stagione di Giampaolo fin qui ben al di sotto delle aspettative.