Al termine dell’incidente probatorio avvenuto ieri presso il Tribunale di Bolzano, Alex Schwazer ha ammesso di voler arrivare in fondo a questa vicenda
Alex Schwazer non si arrende, vuole arrivare in fondo per conoscere la verità e scoprire chi abbia manomesso le provette con la sua urina.

L’incidente probatorio avvenuto ieri presso il Tribunale di Bolzano ha dato ulteriore carica all’ex marciatore italiano che, al termine dell’udienza, non ha usato mezzi termini per descrivere il suo stato d’animo: “ho la coscienza molto a posto altrimenti non sarei qui dopo tre anni. La mia vita va avanti a prescindere da questo processo, non sono qui per cambiare la mia vita, sono qui per dimostrare la mia innocenza. Non so se riuscirò, ma sarebbe molto importante porre qualche domanda sul sistema attuale del controllo antidoping, perché quando da casa mia le provette partono negative perché io ero negativo, come si è visto non c’è tanta certezza che resteranno negative. Gli atleti pensano che non capiterà mai a loro ma sono sicuro che tra qualche anno succederà a qualcuno che darà fastidio: secondo me converrebbe a tutto il sistema e per dare garanzie a tutti, non solo a chi controlla ma anche a chi viene controllato“.
Non è mancato poi da parte di Schwazer un attacco alla Federazione Internazionale d’Atletica: “il livello umano qui non esiste, qui c’è una istituzione che mi ha privato di due medaglie e che non guarda in faccia nessuno, qui tirano fuori quello che vogliono, loro devono salvarsi. Se ci vanno di mezzo persone a loro non interessa nulla. Ho fiducia nella giustizia altrimenti avrei lasciato tanto tempo fa. Non ho fretta, non ho problemi di gareggiare, posso aspettare anche tre anni. Il mio obiettivo è recuperare la dignità di uomo“.