Ciclismo – Dalla morte di Lambrecht al ‘regalo’ fatto dal Tour de France, Aru sicuro: “posso tornare grande”

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Fabio Aru è pronto: il ciclista sardo sempre più consapevole delle proprie qualità e potenzialità

Fabio Aru è tornato, ed è più motivato che mai! Il sardo della UAE Emirates, che ha dovuto affrontare un tosto intervento chirurgico e, dunque, successivamente un lungo periodo di riabilitazione, è tornato a gareggiare e ha di recente disputato il Tour de France.

Il Cavaliere dei Quattro Mori non ha lottato per la classifica generale ma adesso vuole provarci alla Vuelta di Spagna:il gradino che voglio occupare so qual è. E ora so anche di poterci arrivare. Anzi, tornare“, ha affermato sicuro Aru alla ‘rosea’.

Dopo un Tour de France tutto sommato positivo, il ciclista sardo è pronto a tornare a fare sul serio: “mi ha lasciato la consapevolezza che sto tornando. Con il tempo, le cose si stanno sistemando. Del resto non si arriva quattordicesimi per caso. Motore e testa ci sono, devo solo ritrovare la condizione giusta. Però intanto vivo alla giornata, senza avere fretta. Nella mia carriera, anche se non mi volto a guardare dietro, so che ho tirato assieme buone cose. Il gradino che voglio occupare lo so. Ecco, adesso lo so cosa scriverete. Che sono pronto per tornare a vincere…“, ha spiegato.

Da qualche giorno sono al Sestriere. Qui preparo la Vuelta nel migliore dei modi. Come sono abituato. E se sono qui è perché ho le motivazioni al massimo. Come ho detto, è solo questione di tempo. Posso tornare grande. Questo lo so, l’ho capito al Tour. Sbaglio? Cosa devo fare? sono consapevole che ci vuole tempo. Non so quando, ma torno in alto. Ci scommetto“.

Non poteva mancare poi un commento sulla tragica morte di Lambrecht: “ho guardato più volte il video dell’incidente. Credo che sia stata una nefasta fatalità. S’è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Fatte come non ne ho idea, però ci servirebbe una protezione tipo airbag. Si rischia sempre di più. Però la cosa non mi riguarda, io preferisco perdere una posizione che rischiare una caduta. Però senza dubbio c’è più stress e corridori che vanno oltre. In gruppo si rischia troppo. E’ vero“.

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