Dai salami di Ancelotti, al ‘blocco’ di Mazzarri: come se la cavano gli allenatori a lezione di inglese?

SportFair

Simone Italiano, insegnante d’inglese degli allenatori italiani in Premier League, ha svelato diversi curiosi retroscena sui suoi alunni più famosi alle prese con la nuova lingua

Negli ultimi anni l’Italia ha aggiunto un nuovo prodotto alla voce ‘esportazioni’ verso l’estero: gli allenatori. Sono sempre di più i coach italiani richiesti all’estero, considerati maestri di tattica, capaci di correggere la metodologia difensiva che spesso fa acqua da tutte le parti e soprattutto, in grado di mettere ordine in campionati nel quale si dà più spazio al libero gioco che alla strategia.

L’Inghilterra sembra avere una particolare predilezione per i coach italiani: da Claudio Ranieri e il suo storico successo con il Leicester; alla dinastia del Chelsea con Ranieri (anche qui), Vialli, Di Matteo, Ancelotti, Conte e Sarri; passando per l’esperienza di Walter Mazzarri al Watford e Fabio Capello come ct dell’Inghilterra. Tutti pronti a confrontarsi con un nuovo calcio, una nuova realtà e una nuova… lingua.

Spesso l’inglese è stato il punto debole dei nostri allenatori che, per migliorare, si sono affidati alle lezioni di Simonetta Italiano, la prof d’inglese degli allenatori che intervistata dalla ‘Rosea’ ha rivelato alcuni curiosi retroscena sui suoi allievi: “Fabio Capello è stato il primo allenatore importante col quale ho lavorato. Suo padre era un maestro e si vede: dà una grande importanza alle regole grammaticali. Voleva capire bene i verbi, i modi e le varie sfumature. Carlo Ancelotti? Anche lui era bravo. E’ un uomo buono, di grande generosità. Spesso si presentava a lezione portando salami. Walter Mazzarri? Non è vero che in inglese era limitato come scrivevano giornali e siti. Lo presero di mira sin dall’inizio e per lui si creò un blocco mentale nell’esprimersi in inglese in pubblico, ma a lezione riusciva a reggere le conversazioni. Il primo impatto con una lingua è fondamentale: se si creano difficoltà, è complicato superarle. Maurizio Sarri? Lui è davvero incredibile: assorbe subito parole e frasi idiomatiche. Curioso e aperto“.

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