Vincenzo Nibali-Trek, è fatta! Zanetti svela: “ecco perchè l’ho voluto nella mia squadra”

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Vincenzo Nibali pronto al trasferimento, a fine 2020 lo Squalo dice addio alla Bahrain Merida per iniziare una nuova avventura alla Trek

E’ terminato da due giorni il Giro d’Italia 2019: Carapaz si è aggiudicato la maglia rosa dell’edizione 102, lasciandosi alle spalle Vincenzo Nibali e Primoz Roglic. Al termine di due settimane ricche di sfide, dispetti, strategie e dura fatica, adesso si guarda al futuro, in particolar modo a quello di Vincenzo Nibali, più volte accostato al nome della Trek-Segafredo.

Lo Squalo dello Stretto dirà infatti presto addio alla Bahrain Merida per iniziare una nuova avventura con la squadra americana di Massimo Zanetti, ma l’ufficialità potrà essere data solo dopo il 1° agosto e Nibali porterà con sè il fratello Antonio, il massaggiatore Pallini, il medico Magni ed il suo coach Paolo Slongo.

Massimo Paolone/LaPresse

Ho preso Vincenzo Nibali. L’ho voluto fortissimamente. E finalmente ce l’ho fatta“, ha affermato Zanetti alla ‘rosea’. “Vincenzo è bravo e buono, come tutti i campioni. Il campione è così: modesto, non se la tira, perché non deve dimostrare nulla a nessuno. Quando uno non vale niente, invece, è una mezza calza ma crede di essere chissà chi. Vincenzo è il migliore che ha l’Italia e uno dei top al mondo. Il problema sarà dopo di lui… speriamo che crescano i giovani come il nostro Giulio Ciccone che ha fatto un grande Giro. Sono molto contento“, ha aggiunto.

Fabio Ferrari/LaPresse

Sono fiducioso che abbia almeno altri due anni davanti ad alto livello. E’ tenace, serio, ha una volontà feroce. Lo ha dimostrato ritornando al top dopo l’infortunio del Tour. Nei campioni la differenza la fa la testa, Vincenzo ce l’ha. Oltre alla passione. È per questo che continua, non per altro, perché i ciclisti fanno molta più fatica rispetto ai calciatori e ad altri sportivi più pagati di loro. Con Vincenzo diventiamo ‘italiani’, anche se Trek è americana, internazionale, e vuole atleti di tante nazionalità. Mentre per me il ciclismo senza il nucleo storico di nazioni come Italia, Francia, Belgio… non esiste. Per noi il campione italiano è fondamentale. Ci darà di sicuro tanta notorietà, visibilità. Spero che vinca qualche bella gara e ho fiducia che succeda. Non è un campione consumato. È fresco, e ha ancora voglia“, ha concluso.

 

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