Altro che biscotto, l’Italia U21 si è eliminata da sola: smettiamola di dare la colpa dei nostri fallimenti agli altri

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Francia-Romania finisce 0-0 e l’Italia U21 abbandona gli Europei: ma guai a parlare di biscotti. Gli azzurrini si sono eliminati con le loro stesse mani e una buona dose d’inesperienza

Dopo la vittoria ottenuta sul Belgio nell’ultima partita del girone, l’Italia U21 si è seduta sul divano a sperare (o gufare) che Francia e Romania si giocassero la loro ultima partita a viso aperto. L’ipotesi di un pareggio che qualificasse entrambe era abbastanza scontata, ma giocatori e tifosi italiani hanno dato il beneficio della ‘buonafede sportiva’ alle due formazioni del Gruppo C che, di tutta risposta, hanno mantenuto uno sbadigliante 0-0 per 90 interminabili minuti.

Massimo Paolone/LaPresse

Sapevamo tutti che sarebbe finita così, è inutile girarci intorno. Ma guai a parlare di biscotto. Da sempre nel calcio, quando non si è padroni del proprio destino, si finisce per dare la colpa dei propri fallimenti agli altri, ma Francia e Romania hanno fatto la scelta migliore per i propri interessi. Il pareggio avrebbe regalato la qualificazione ad entrambe, ancor prima di ‘danneggiare’ l’Italia: perché dunque perdere tale possibilità? La stampa italiana ha parlato dei tanto amari biscotti che hanno segnato la storia azzurra: Danimarca-Svezia agli Europei 2004; Portogallo-Svezia Europei U21 2015 per citarne due famosi.

Massimo Paolone/LaPresse

Questa volta però è diverso. Francia e Romania, squadre presenti in un altro girone, hanno pensato al loro tornaconto, senza danneggiare nessuno. La colpa dell’eliminazione degli azzurrini è tutta da ricercare nello spogliatoio italiano. L’Italia U21 è una delle formazioni più talentuose del torneo, nonché della storia azzurra, ma ha peccato di sufficienza. Battere la Spagna all’esordio e poi sottovalutare la Polonia in quel modo, finendo per perdere in maniera ridicola, è stato molto più grave dello 0-0 tra Francia e Romania.

Massimo Paolone/LaPresse

Gli azzurrini si sono specchiati nel loro talento. Ne sono la prova Zaniolo e Kean, capaci di farsi escludere dai titolari perché arrivati in ritardo all’allenamento prima della partita con il Belgio: un comportamento da condannare in maniera dura, specie se arrivato da due protagonisti della Nazionale maggiore. Di buono c’è che l’Italia sembra aver finalmente intrapreso il cammino che nazionali come Spagna, Francia e Germania hanno iniziato da una decina d’anni, sfornando talenti su talenti che ne costituiscono ad oggi l’ossatura della nazionale maggiore.

Massimo Paolone/LaPresse

La differenza in questo momento la fa l’inesperienza. I migliori azzurri come Cutrone, Chiesa e gli stessi Zaniolo e Kean, hanno poco più di una o due stagioni di Serie A alle spalle e non molte partite da titolari rispetto ai pari età delle altre big. Senza contare l’esperienza in Champions ed Europa League praticamente nulla per quasi tutti i convocati di Di Biagio. Il percorso intrapreso è quello giusto, tocca adesso crescere, dare chance da titolari ai giovani nei propri club d’appartenenza e imparare dai propri errori, senza negarli: i biscotti sono buoni a colazione, non dopo le partite.

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