È la Juventus più forte di sempre! Manca solo la Champions per fare la storia: ecco i punti chiave per vincerla

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Dopo 8 scudetti consecutivi e un dominio incontrastato in Italia, alla Juventus più forte della storia manca solo la Champions: ecco i punti chiave per trionfare anche in Europa

Grazie al successo maturato per 2-1 contro la Fiorentina, la Juventus si è laureata Campione d’Italia per la 35ª volta, conquistando quello che è l’ottavo scudetto consecutivo. Un dominio incredibile, che vede i bianconeri campioni con 5 giornate d’anticipo con 20 punti di distacco dal Napoli (impegnato lunedì contro l’Atalanta). I ragazzi di Massimiliano Allegri vantano il miglior attacco del torneo (67 gol fatti), la miglior difesa (23 subiti), il maggior numero di vittorie in casa (15, unica squadra imbattuta) e in trasferta (13). Numeri che certificano l’incredibile forza della Juventus, nella versione più forte di sempre.

Fabio Ferrari/LaPresse

Alla Vecchia Signora manca solo la vittoria di una Champions League per scrivere una pagina straordinaria del calcio mondiale e che la farebbero diventare, all’unanimità, una delle squadre più forti mai esistite. La ‘Coppa dalle grandi orecchie’ è diventata ormai un cruccio in casa bianconera, al punto tale da rendere amara la vittoria dell’ottavo scudetto, arrivata dopo l’eliminazione contro l’Ajax di martedì. L’arrivo di Cristiano Ronaldo sarebbe dovuto essere la garanzia per tornare a vincere in Europa 23 anni dopo l’ultima volta, ma evidentemente non è bastato.

Cosa serve dunque alla Juventus per vincere la Champions League? Proviamo ad esaminare insieme i 3 punti cardine:

AFP/LaPresse

Giocatori che sanno come si vince – Sembra un concetto fin troppo astratto, ma alcuni giocatori non hanno solo la mentalità vincente, sono anche abituati a vincere. Giocare sotto pressione, gestire la paura di giocare su grandi palcoscenici, avere il coraggio di ribaltare una situazione negativa, sono doti importanti che differenziano un campione da un ottimo giocatore. Cristiano Ronaldo ne è la prova. Ma anche CR7 a Madrid non ha vinto mai da solo. Da Sergio Ramos a Bale, passando per Marcelo, Modric e Benzema, il Real Madrid ha sempre avuto alcuni fra i calciatori più forti nei rispettivi ruoli. Giocatori smaliziati che hanno vinto tanto in carriera, dalla grande esperienza europea e che sanno come si vince.

Fabio Ferrari/LaPresse

Maggior qualità – Riallacciandoci al primo punto, servono giocatori abituati a vincere, ma la qualità resta la caratteristica imprescindibile. Con questo non vogliamo dire che la rosa della Juventus sia di basso livello, ma alcuni dei suoi calciatori si sono rivelati o troppo incostanti nei momenti decisivi, o addirittura non adatti. Dybala fa parte del primo gruppo: 5 reti nel girone, un fantasma nella fase eliminatoria (per fare un paragone: Ronaldo 1 gol nel girone e 5 nella fase eliminatoria). Idem per Douglas Costa, Cuadrado e Khedira, assenti per infortunio nei momenti decisivi (come anche Chiellini contro l’Ajax!) e senza un reale sostituto alla loro altezza. Senza contare poi quei ricambi che non presentano le stesse caratteristiche dei titolari: fra Cancelo e De Sciglio c’è una differenza imbarazzante.

Reuters/Lapresse

Più ‘Cristiano Ronaldo’ dal mercato – Se l’Ajax ha dimostrato che si può far bene con il modello giovani, squadre come Real Madrid e Barcellona hanno dominato in Europa acquistando diversi top player a peso d’oro, da unire ad una buona ossatura del resto della squadra. Se l’Ajax non vince una Champions League da 24 anni (quasi come la Juventus!) un motivo ci sarà. Messi ha visto ruotare intorno a sè Suarez, Neymar, Coutinho, Ronaldinho, Eto’o. Cristiano Ronaldo i vari Benzema, Bale, Isco, Modric, Toni Kroos. In un calcio nel quale i soldi fanno sempre più la differenza, la squadra più ricca d’Italia deve sedersi al tavolo delle trattative con le big di tutta Europa nell’asta ai migliori top player.

Lapresse

Approccio alla gara – Conclusa la parte relativa ai giocatori, passiamo a qualcosa di prettamente più tattico. La Juventus ha perso 4 partite in Champions League quest’anno, tutte e 4 abbastanza emblematiche. Nel girone sono arrivate le sconfitte con Young Boys, la squadra materasso, e quella contro il Manchester United, l’avversario più esperto e più temibile. Agli ottavi è arrivato il ko contro l’Atletico Madrid e quello contro l’Ajax. Le sonfitte della fase eliminatoria racchiudono un denominatore comune, l’errore nell’approccio alla gara: la Juventus è apparsa intimorita dall’Atletico Madrid al Wanda Metropolitano, poi sbaragliato al ritorno quanto serviva solo vincere; ed ha lasciato giocare l’Ajax a Torino, specialemente dopo il gol del vantaggio di Ronaldo, forte di un’eccessiva sicurezza nei propri mezzi e una sottovalutazione delle abilità dei giovani olandesi. Errori che in Europa si pagano a caro prezzo.

LaPresse/PA

Mentalità europea – Allegri è sempre stato un allenatore molto ‘italiano’. Squadra attenta più a non subire che a segnare, meglio un giocatore di equilibrio che uno di spinta, giocare sulla doppia sfida, sfruttare il gol fuori casa (che dal prossimo anno non ci sarà più!). La mentalità difensiva, che in Italia funziona grazie alla maggior qualità della rosa rispetto alle dirette concorrenti, in Europa non paga i giusti dividendi. Le big in campo internazionale mantengono il pallino del gioco, non si preoccupano di subire un gol di troppo ma di segnare più degli avversari, mettono in campo un modulo offensivo conto qualsiasi avversaria. Manchester City, Bacellona, Liverpool non schiereranno mai Mandzukic ‘ala di copertura’, uno degli ossimori più misteriosi del calcio di Allegri. Anche il Tottenham, squadra sicuramente meno spettacolare di quelle citate, per battere il City ha sostituito l’infortunato Sissoko (centrocampista) con Llorente (prima punta) pur potendo provare a chiudersi e a gestire il risultato del doppio confronto. Mossa rivelatasi poi decisiva. In Champions League bisogna osare.

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