River Plate, il presidente Rodolfo D’Onofrio passa all’attacco puntando il dito contro il ‘collega’ Angelici del Boca Juniors
“Che il Boca non voglia giocare è evidente ormai, al presidente Angelici dico che è arrivato il momento di smetterla. Non ha mantenuto la parola. Tutto il mondo ci sta seguendo, ed è arrivato il momento di finirla con questa vergogna, con le scartoffie. Il sapore di questa Coppa non è più lo stesso. Fatela finita e venite a giocare: possiamo vincere entrambi, i vostri giocatori non hanno paura di nessuno“. Il presidente del River Plate, Rodolfo D’Onofrio, attacca il Boca Juniors e in particolare sul presidente Daniel Angelici perché intenzionati a speculare sugli incidenti provocati lo scorso sabato dai tifosi del River Plate prima della finale di ritorno della Coppa Libertadores, che la Conmebol ha deciso di rinviare e non disputare in Argentina. “Non è la fine del mondo se si perde, nessuno deve lasciare il Paese in caso di sconfitta -prosegue D’Onofrio in conferenza stampa-. Non siamo responsabili di quello che hanno fatto quei 50 criminali ma di quello che succede nella nostra terra”. “Non si può punire il River per quello che è successo -sottolinea il numero uno dei ‘Millonarios’-. Se il governo e la città non sono in grado di offrire garanzie per il sano svolgimento di una partita allora vuol dire che il nostro paese è messo davvero male. Noi, comunque, giochiamo anche sulla luna. Se non disputeremo la sfida al Monumental restituiremo tutti i soldi che abbiamo incassato. Chiedo scusa, dal profondo del cuore, a tutti quei 66.000 tifosi a cui sono stati rovinati due giorni di festa da parte di gente che sicuramente non aveva neanche i biglietti per la sfida“. (Spr/AdnKronos)