Koulibaly cuore partenopeo: “il mio addio a Napoli sarà in lacrime”

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Kalidou Koulibaly è richiesto da diversi club europei che sono pronti a far follie per accaparrarsi il difensore del Napoli di De Laurentiis

Kalidou Koulibaly si è integrato perfettamente a Napoli. Dopo un inizio zoppicante, il difensore si è subito imposto come uno degli interpreti del ruolo più forti al mondo. Proprio per questo motivo le proposte non mancano per accaparrarsi il senegalese, ma De Laurentiis al momento non intende cedere. Koulibaly, parlando al Corriere dello sport, ha raccontato come potrebbe essere dal punto di vista emozionale un eventuale addio al club ed alla città: “Il mio portiere di casa, che si chiama Ciro, mi ha detto ‘A Napoli piangi due volte: quando arrivi e quando parti’. Io gli ho detto ‘Non ho pianto quando sono arrivato, ma se un giorno dovrò andare via, spero il più tardi possibile, è sicuro che piangerò‘. Aveva ragione quando mi ha detto così, io sono molto felice qui. La gente parla a volte male di Napoli e non sa che cosa è Napoli. Quando non la vivi non puoi sapere che cosa è davvero“.

Parlando della corsa scudetto, Koulibaly ha invece aggiunto: “Vincere è molto difficile ma stiamo provando. Il Napoli forse ti dà alcune cose, ma ne toglie anche altre. Perché vinci e ci sono commenti positivi e forse ti rilassi e questo è sbagliato. Come lo è deprimersi per le critiche. Quello che abbiamo fatto l’anno scorso è stato veramente bello. Tutti dicevano che facevamo il calcio più spettacolare, ma non siamo stati capaci di tenere la testa concentrata per vincere. Forse quest’anno Ancelotti ci dà quello mancava l’anno scorso: la mentalità, la voglia di stupire tutti. E poi ci dà un’altra cosa che non so come spiegare: lui ha voglia di vincere. Quando ce ne parla e ci trasmette questa energia veniamo tutti trainati. Abbiamo voglia di vincere. Speriamo di riuscirci quest’anno, abbiamo tante possibilità per farlo“.

Francesco Moro/LaPresse

Infine il focus sulle differenze tra Ancelotti, Benitez e Sarri, i suoi tre allenatori partenopei: “Sono tutti e tre grandi tecnici. Il calcio di Benitez e quello di Ancelotti si somigliano molto. Ho avuto la fortuna anche di giocare con Sarri e il suo calcio era per me veramente bellissimo. Lui mi ha permesso di vedere il calcio e le partite in un’altra maniera. La sua filosofia era concentrata sulla tattica, tutto era previsto con lui. Oggi, quando guardo una partita di qualsiasi squadra, non la vedo più come quattro o cinque anni fa. E lo devo a lui. Benitez mi ha fatto scoprire il calcio vero. Io ero in serie B in Francia, poi in Belgio, lui mi ha dato la possibilità di andare per la prima volta in serie A, in un campionato molto importante. Il suo calcio è molto simile a quello di Ancelotti perché sono allenatori che hanno vinto, allenato grandi squadre e la loro visone del gioco ha molti punti di contatto. Ancelotti, tutti lo conoscono, ha vinto molto, ma quello che mi sorprende di più è l’umiltà che ha ancora e anche la voglia di vincere che non smette di avere. Un uomo veramente perbene e lo ringrazio molto perché mi dà ancora la voglia di andare avanti, di crescere e di far vedere che sono un giocatore sempre più forte. Con lui spero di fare qualcosa di bello perché è uno che dà fiducia a tutti e penso che non si sentirà mai un giocatore parlare male di lui, perché ha grandi valori e trasmette serenità. A mia moglie dico sempre che spero, alla sua età, di essere una persona simile a lui”.

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