Il Palmeiras, squadra brasiliana dal DNA italiano

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La storia del Palmeiras: una delle squadre più importanti del calcio brasiliano, fondata da immigrati italiani

Italiani, popolo di santi, poeti, navigatori” e, aggiungiamo, calciatori: per parlare della storia di una delle squadre più importanti del calcio brasiliano, il Palmeiras, si potrebbe parafrasare proprio questa celebre frase.
Non molti sanno, infatti, che la squadra di San Paolo, città patria del calcio e del Beach Soccer Brasil, con oltre cent’anni di storia, è stata fondata proprio da immigrati italiani all’inizio del XX secolo. Nei prossimi paragrafi ripercorriamo la storia del Palmeiras, club brasiliano con un DNA tutto italiano.

La fondazione della “Palestra Italia” e l’ingresso nel calcio brasiliano

Nel 1914 il Torino Football Club sbarca in Sudamerica per affrontare una tourneè calcistica, diventando la prima squadra italiana a giocare oltreoceano: i giocatori allenati da Vittorio Pozzo battono agevolmente i club locali, vincendo sei match su sei, ma a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale in Europa, sono costretti a prolungare il loro soggiorno in Sudamerica, esibendosi anche in Argentina e Brasile.

Il calcio in Brasile, all’epoca, era uno sport riservato alle classi sociali più alte ed ai giovani rampolli delle famiglie importanti, che per lo più giocavano contro squadre formate da dirigenti delle aziende europee stanziate nelle maggiori città Carioca. Ad ogni modo sempre di più il gioco del pallone prendeva piede anche nei quartieri meno agiati, come svago dopo le lunghe giornate lavorative in fabbrica o nelle piantagioni di caffè.

Proprio a San Paolo, all’inizio del ‘900, la comunità italiana diventava sempre più numerosa ed importante, favorita dall’impiego degli italiani nella lavorazione del caffè, tanto che alcuni personaggi cominciavano a spiccare all’interno della società, come Francesco Matarazzo, titolare dell’omonima industria con sede in Brasile.

Alcuni dirigenti delle Industrie Riunite Matarazzo, folgorati dalla tourneè sudamericana del Torino, decidono così di fondare una squadra calcistica che potesse rappresentare la comunità italiana a San Paolo, richiamando il tricolore nella divisa ufficiale (maglietta verde con inserti rossi e pantaloncini bianchi): nasce così il 26 Agosto 1914 la “Palestra Italia”, club calcistico della comunità italiana, ammesso ufficialmente nel campionato brasiliano due anni dopo.

I primi successi del Palmeiras

Per la Palestra Italia i successi sportivi non tardano ad arrivare: dopo aver giocato i primi due anni soltanto amichevoli contro altri club di immigrati a San Paolo, la squadra viene ammessa ufficialmente al campionato Paulista. Nel 1917 e nel 1919 arriva al secondo posto, conquistando nel 1920 il primo posto. In dieci anni, tra il 1926 ed il 1936 la Palestra Italia si laurea per ben sei volte Campione, imponendosi nel calcio brasiliano come la squadra da battere, conquistando addirittura tre campionati di fila, tra il 1931 ed il 1933. Inizia così la leggenda della squadra paulista, che tuttavia, di lì a poco, cambierà nome.

La Seconda Guerra Mondiale e la nascita del Palmeiras

Come tutti i grandi avvenimenti avvenuti nella prima metà del ‘900, anche la storia della Palestra Italia si intreccia con quella delle due Grandi Guerre: se la Prima Guerra Mondiale aveva spinto i giocatori italiani a restare più a lungo in Sudamerica dando il via alla storia calcistica della squadra paulista, la Seconda Guerra Mondiale ed il conseguente ingresso nel conflitto bellico del Brasile a fianco degli americani, segnano il definitivo cambiamento per il club.

Nel 1942 il dittatore brasiliano Getulio Vargas, impegnato al fianco degli Alleati a combattere la minaccia nazi-fascista al di là dell’Oceano, decide di tagliare qualsiasi collegamento tra il suo Paese e l’Italia, trasformando di conseguenza la Palestra Italia in Sociedade Esportiva Palmeiras: i bordi rossi sulle casacche di gioco vengono banditi, per cui la divisa ufficiale diventa esclusivamente verde e bianca.

Questo cambiamento è una svolta epocale per la squadra, che perde, almeno nominalmente, le sue origini italiane: tuttavia gli italiani a San Paolo ed in Brasile rimangono legati al club, così come le aziende italiane, come Parmalat e Fiat, che negli anni hanno assunto il fondamentale ruolo di main sponsor del club paulista.

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