JJ Redick sfortunato protagonista di un clamoroso caso mediatico: l’augurio per il nuovo anno in Cina ha dei connotati… razzisti
Incredibile quanto successo nelle ultime ore a JJ Redick. Mentre l’attenzione del mondo NBA era concentrata sull’All-Star Game, il tiratore dei Sixers è incappato in un particolare ‘incidente diplomatico’. Lo scorso venerdì 16 febbraio, ricorreva il primo giorno del nuovo anno cinese (Anno del Cane). Il mondo NBA ha deciso di rivolgere i propri auguri ai suoi fan asiatici, facendo apparire una serie di giocatori davanti alle telecamere (Mitchelle, Dragic, Russell ma anche una leggenda come Iverson ecc.). Al momento di JJ Redick è successo qualcosa di davvero particolare. Il cestista si è rivolto ai fan cinesi usando la parola ‘chink’, un termine dispregiativo utilizzato dagli anglofoni traducibili con “muso giallo” – “occhi a mandorla”. Inutile dire il clamore generato da quello che il giocatore ha definito un semplice errore di pronuncia. In un tweet Redick si è scusato spiegando:
“ho visto un video che è circolato, riguarda me che auguro ‘buon anno nuovo’ ai fan NBA in Cina. Chiaramente mi si era ‘attorcigliata la lingua’, la parola che potrei aver utilizzato non fa parte del mio vocabolario. Mi dispiace che qualcuno possa pensare che io abbia usato quella parola. Io amo e rispetto i nostri amici in China”.
Redick è poi tornato sulla vicenda con un altro tweet nel quale ha aggiunto:
“a tutti i fan NBA in Cina e a tutti coloro che stanno festeggiando il Nuovo Anno Cinese, vorrei sinceramente scusarmi con coloro che potrei aver offeso. […] Era mia intenzione dire ‘NBA Chinese fans’, ma mi è suonato strano nella testa, così, mentre parlavo, ho cambiato la frase in ‘NBA fans in China’. Mi è uscita nel modo sbagliato. […] Quella non è una parola presente nel mio vocabolario, solo ora ho compreso come suonava nel video. Non sono una persona, un giocatore, un marito, un padre del genere (razzista, ndr). Per mia grande fortuna, ho giocato in due NBA Global Games in Cina (nel 2007 e nel 2015). Ho adorato quelle esperienze, la cultura, la storia e il popolo cinese. Vi chiedo perdono. Dovrebbe rimanere un periodo di festa. Mi scuso se ho ho offeso qualcuno”