Election Day per la scelta del nuovo Presidente della FIGC si è rivelato un clamoroso flop: nessun candidato fra Gravina, Sibilia e Tommasi, si va verso il commissariamento
Da pochi minuti è stata scritta l’ennesima brutta pagina della storia del calcio italiano. Dopo un’intera giornata di battibecchi verbali, frecciatine e veleni non sono bastate 3 votazioni e un ballottaggio per eleggere il nuovo Presidente della FIGC. Una giornata lunga e intensa quella nella quale si sarebbe dovuto scegliere il sostituto del dimissionario Carlo Tavecchio, nella quale però i 3 candidati Gabriele Gravina (Presidente Lega Pro), Cosimo Sibilia (Presidente Lega Dilettanti) e Damiano Tommasi (Presidente Associazione Italiana Calciatori), non hanno raggiunto la maggioranza necessaria per essere eletti. Nel corso della prima votazione Sibilia ha ottenuto il 39,37 per cento delle preferenze, Gravina il 37,06%, Tommasi il 22,34%. Il quorum era al 75 per cento, nessun eletto. Anche la seconda tornata di votazioni si è conclusa in un nulla di fatto, nessuno dei tre candidati ha raggiunto il quorum richiesto (66%): Cosimo Sibilia ha ottenuto 206,80 voti (40,41%), Gabriele Gravina 185.74 (36,29%), Damiamo Tommasi 113.79 (22,23%). Fumata nera anche per il terzo scrutinio, per il quale serviva una maggioranza del 50% più uno. Poi la decisione di Gravina di imporre ai suoi delegati di votare scheda bianca, stessa scelta dei giocatori. Al ballottaggio finale fra Sibilia e Gravina hanno trionfato le schede bianche (59%). L’unica strada percorribile è dunque quella del commissariamento da parte del Coni.
A margine dell’Assemblea elettiva della FIGC a Fiumicino, il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Cosimo Sibilia ha dichiarato:
“Dopo aver cercato in tutti i modi di raggiungere accordo per una convergenza, non c’e’ la condizione di poter procedere. Chiedo ai delegati della Lnd di votare scheda bianca. Avevamo un accordo su Gravina presidente, ma loro all’interno hanno avuto problemi, quindi non ci sono le condizioni. Io avevo riunito i presidenti regionali per cercare di raggiungere un’intesa: questo sta a significare quanto siamo responsabili, come lo siamo stati sempre. Avevamo fatto un passo indietro per il bene del calcio, in modo responsabile. Ho incontrato Gravina alla presenza di altre persone, dopodiche’ non ho ricevuto neppure una risposta se non una telefonata dello stesso Gravina, in cui mi ha detto che non avrebbe accettato l’intesa”.
Il presidente dell’Aic, Damiano Tommasi, ha ribadito la sua delusione per quanto accaduto:
“Purtroppo questa è una sconfitta per il nostro sistema: ora sicuramente ci sarà il commissario, è giusto che qualcuno dall’esterno ci metta mano. Quanto durerà il commissariamento? Non lo so. Avremmo voluto un cambiamento, ma nessuno dei due candidati al ballottaggio rispecchia i nostri pensieri e quindi abbiamo deciso di non esprimere il nostro voto”.
Ai microfoni di Sky Sport sono arrivate anche le dichiarazioni di Gravina:
“ho una mia dignità che non metto da parte per diventare presidente della Federazione. Chiedo scusa agli italiani, ma questa partita doveva essere giocata fino all’ultimo. Ho un impegno morale verso le società di Serie A, B tutta la lega Pro e gli allenatori. Commissariamento? E’ una sconfitta per la classe dirigente. Oggi c’era una certificazione di non qualità di una classe dirigente che non ha avuto la qualità di non arrivare fino in fondo”.