MotoGp, caso Valentino Rossi-ex custodi: diminuita la richiesta di risarcimento, ma il Dottore non ci sta

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Nessun accordo trovato tra Valentino Rossi e gli ex custodi della sua villa: la sentenza entro maggio 2020

Il 2018 è iniziato con una fastidiosa bega per Valentino Rossi. Dopo le varie vicissitudini e il ricorso al Tar, respinto, di alcuni vicini del Ranch di Tavullia che chiedevano la chiusura della pista per il troppo disturbo, il Dottore deve fare adesso i conti con due ex dipendenti, che rivestivano il ruolo di custodi della sua abitazione. Victor Untu e Jigan Zinadaia, una coppia moldava rimasta in servizio fino al licenziamento avvenuto alla fine del 2016, chiedono al campione pesarese il pagamento di sei mesi di indennità risarcitoria e di cinque anni di straordinari non pagati, comprensivi di 13esima e di TFR, per un totale di circa 114 mila euro. Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, si è tenuta ieri mattina la prima udienza davanti al giudice del lavoro Maurizio Paganelli che ha immediatamente provato a far trovare un accordo alle parti. Non c’è stato però nulla da fare per evitare di avviare la causa: il legale della coppia moldava ha seguito il ‘consiglio’ del giudice di abbassare la cifra richiesta, ma l’avvocato di Valentino Rossi ha ritenuto che si tratti comunque di una richiesta “molto lontana dalla volontà del suo cliente”. Del Prete, difensore degli ex custodi della villa di Valentino Rossi, ha chiesto che il campione di Tavullia venga interrogato. La sentenza è prevista entro maggio 2020.

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