A tutto Guidotti: dall’arrivo di Miller alle ambizioni di Petrucci, il team manager Pramac pronto per il 2018
Mancano pochi giorni al ritorno in pista dei campioni della MotoGp. Domenica i piloti inizieranno un’importantissima sessione di test ufficiali, a Sepang, per le prime importantissimi indicazioni in vista della nuova stagione a due ruote. Occhi puntati sui team ufficiali ma anche su quelli satellite, che con i loro piloti sono riusciti spesso a mettere in difficoltà i top riders. Non solo Zarco con la Tech3, ma anche Petrucci e Miller con la Octo Pramac cercheranno di essere competitivi sin da subito nel 2018. Intervistato da GpOne.com, Guidotti, team manager Pramac, ha raccontato sensazioni e obiettivi in vista della nuova stagione:
“Quali sono i nostri obiettivi? Negli ultimi anni siamo sempre stati in crescita e naturalmente vogliamo continuare con questa tendenza.Non può essere altrimenti e abbiamo cambiato pilota anche in funzione di continuare a migliorare”.
Non poteva mancare una parentesi sul nuovo arrivato in casa Pramac, Jack Miller, che prenderà il posto di Scott Redding:
“Scott aveva fatto un buon primo anno con noi,poi ci siamo persi. Le sue sensazioni rispetto alla squadra sono cambiate e da parte nostra non abbiamo trovato la chiave di lettura per farlo continuare a quel livello. È stata una separazione naturale. Nessuno sa quanto valga veramente, bisogna metterlo nella condizione di esprimersi ma la mia sensazione è che possa fare meglio di quanto abbia fatto vedere. Secondo me Jack ha tanto da esprimere, se guardo alla sua storia in MotoGP, il primo anno non si può prendere in considerazione, il livello tecnico della sua moto era troppo basso. Nel secondo ha vinto una gara e riuscirci è sempre difficile, tanto più in quelle condizioni. Probabilmente ha sentito squillare un campanello di allarme quando ha capito che sarebbe potuto rimanere a piedi. Secondo me, con lui bisogna ripartire da quelle ultime gare del 2017, dove si è dimostrato competitivo. Sicuramente per lui è finito il momento di giocare, bisogna fare sul serio. Un pilota deve avere chiaro fin dall’inizio che deve essere un professionista, che servono dedizione e sacrificio. Ho avuto l’impressione di trovarmi davanti un pilota veloce e talentuoso, ma con dei limiti a livello, per così dire, strutturale.Dall’altra parte riesce a trasmettere molto bene le sue sensazioni in sella alla squadra. Forse ha perso un po’ di tempo, ma si può recuperare”.
Mentre sull’ormai familiare Danilo Petrucci, al suo quarto anno in Pramac, ha aggiunto:
“Da quando è con noi ha fatto una crescita costante e per nulla lenta. Ducati crede in lui e infatti gli ha affidato una moto ufficiale già al terzo anno. Questo potrebbe essere l’anno della consacrazione per lui, tutti credono che possa fare l’ultimo passo. Il 2017 è stato il suo anno migliore, ma ora si riparte da zero, il passato non conta. L’anno scorso Danilo non ha vinto un GP una volta per 60 millesimi e un’altra perché si è trovato di fronte un Marquez che ha rischiato il tutto per tutto, significa che non manca molto. A Danilo chiedo di non vedere più un 16° o un 18° posto, magari la settimana successiva ad avere fatto podio. Lì si può e si deve migliorare, i fine settimana storti possono capitare ma non si deve arrivare così indietro. Da una parte c’è il fattore tecnico, dall’altro l’aspetto mentale. Deve acquistate maggiore fiducia, non sottovalutarsi. Sa cosa serve per migliorare il suo stile di guida ed essere consapevole del problema è già un buon risultato. Non è semplice cambiare il modo di guidare ma ce la può fare. So che Danilo ha una determinazione fuori dal normale e gli serve tutta correndo contro piloti che hanno quattro palle e mezza. Da parte nostra, faremo del nostro meglio”.