Dal buio alla rinascita, il ritorno di Marion Bartoli: “la malattia mi ha ridato la voglia di giocare. Posso vincere uno Slam”

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Il ritorno di Marion Bartoli non sarà solo un ‘farewell tour’: la tennista francese si sente in grado di vincere uno Slam

Nei giorni scorsi, con grande sorpresa per l’intero mondo del tennis, Marion Bartoli ha annunciato il suo ritorno nel circuito WTA. La tennista francese, ritiratasi da qualche anno a causa di un problema alla spalla, dopo la vittoria di Wimbledon, era tornata sotto i riflettori per una particolare malattia. Marion aveva perso troppi kg, a tal punto da mettere a rischio la propria salute, ritrovandosi a dover combattere la suddetta malattia con l’aiuto di medici e un percorso di riabilitazione. Le disavventure che ha dovuto passare l’anno spinta a ritornare addirittura a giocare e a riprendere da dove aveva lasciato. Il suo ritorno infatti non sarà un semplice ‘farewell tour’, un ultimo saluto per strappare applausi e ritirarsi in bellezza. Marion si sente in grado di vincere uno Slam, lo ha confessato ai media francesi:

“se tutto ciò non fosse successo, non credo che avrei avuto questo desiderio così forte di tornare a giocare. In quel momento ho giurato a me stessa che se mai fossi tornata in piena salute, avrei cercato di tornare in campo per provare a rivivere le emozioni vissute a Wimbledon tre anni prima. Il tennis mi ha tenuto in vita: mi sono aggrappata ai tanti momenti belli vissuti nel corso della mia carriera, trovando la forza di reagire. Quando sono guarita ho ripreso in mano la mia vita, e ho deciso di provare a completare ciò che nel 2013 avevo lasciato a metà, dovendomi ritirare per un grave problema alla spalla nel momento in cui mi sentivo pronta per diventare ancora più forte. I punti interrogativi più grandi erano la spalla destra, che nel 2013 era stata la causa principale del mio ritiro, e ovviamente la mia salute. Mi hanno seguito per vedere se all’aumentare del peso del lavoro il corpo reagiva nel modo giusto, dal punto di vista cardiaco, muscolare e tendineo. Oggi da parte dei medici ho il semaforo verde. So che gli allenamenti andranno intensificati molto, e che sono solo all’inizio, ma sono pronta a lavorare duramente e non penso di forzare il mio fisico a sostenere qualcosa di sovrumano. Dal punto di vista del gioco sento di essere all’80-90% del mio livello quando ho vinto Wimbledon, mentre fisicamente mi manca ancora un 40%. Se ho scelto di tornare lo faccio anche perché punto in alto. Tuttavia, per me la cosa più importante è continuare ad allenarmi, a progredire quotidianamente, e far sì che il mio corpo sia pronto per giocare. Il giorno in cui scenderò in campo per la prima volta sarà una grande vittoria. Dopo tutto ciò che ho passato, quello che succederà in campo sarà solo qualcosa in più. Ma se penso di avere le capacità per ottenere ancora buoni risultati. L’obiettivo è giocare per tre anni, fino ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020”.

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