F1 – Hamilton tra gag e racconti a “Che Tempo che fa”: “il rosso è il mio colore preferito! Mi sento un po’ come Valentino Rossi, ma…”

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Lewis Hamilton ospite a “Che tempo che fa”: il campione del mondo di F1 tra gag e confessioni è stato protagonista della serata di Rai1 con Fabio Fazio

Gag, battute e ammissioni! Lewis Hamilton è stato ospite questa sera di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, su Rai1. Il quattro campione del mondo di F1 ha raccontato le sue sensazioni dopo la vittoria del titolo 2017, focalizzandosi anche sul futuro, legato alla Mercedes, con qualche battutina relativa alla Ferrari. E’ proprio sul colore della monoposto del Cavallino, lo stesso del suo jet privato col quale si sposta in giro per il mondo:

“Il mio colore preferito? E’ il rosso! Io corro per la Mercedes, ho un altro anno di contratto, ma voglio fare di piu’ con loro” dice Hamilton. “In questa stagione abbiamo fatto un grandissimo lavoro di squadra. Ormai sono 10 anni che sono in F.1 ed e’ per me difficile immaginarmi in un altro posto”.

Impossibile poi non aprire una parentesi su Ayrton Senna, idolo di Hamilton, al quale si è ispirato per inseguire i suoi sogni. Il britannico ce l’ha fatta, e anche molto bene. Il campione del mondo 2017 di F1 ha infatti superato Senna con i suoi 62 Gp vinti e le sue 72 pole position:

“era il mio eroe, il mio pilota preferito, avevo i suoi poster sui muri della mia stanzetta e quando tornavo da scuola guardavo i suoi video e il mio sogno era essere o Superman o Ayrton Senna. Sognavo di arrivare in F.1 e vincere qualche campionato. Poi ho ottenuto gli stessi risultati e quando ho superato il suo record di pole e ho ricevuto in regalo dalla sua famiglia il suo casco è stato una cosa emozionantissima”. 

Hamilton ha poi parlato anche della sua passione per le moto, legandosi un po’ anche ad un pilota che stima molto:

“Mi sento un po’ come Valentino Rossi che è il pilota che mi piace di più, ma non sono bravo come lui”

Non poteva mancare un commento sulla sua infanzia e sulle difficoltà che ha dovuto affrontare per inseguire i suoi sogni:

“Sono cresciuto in un mono locale insieme a mio padre che per aiutarmi nei primi anni faceva anche quattro lavori, come vendere case, aggiustare le macchine che distribuivano bevande, per le ferrovie britanniche a anche riparare computer. Poi a 13 anni la McLaren mi ha fatto un contratto e tutto e’ diventato più facile. Io mio primo kart era di quinta mano ed io con quello dovevo gareggiare contro gente che era messa molto meglio e per arrivare dall’ultima fila alla prima dovevo dare tutto e questo mi ha dato carattere”.

Infine sul razzismo nel mondo a quattro ruote ha concluso:

“La F.1 e le gare in auto in genere sono state per anni appannaggio dei bianchi. Adesso, invece, ci sono bimbi asiatici, messicani, di colore. Chiunque viene a vedere la F.1 e a tutto questo mi piace pensare di avere dato un contributo”.

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