Nel corso di un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Andrea Pirlo svela di essere ormai pronto a dire basta con il calcio
Una carriera costellata di trionfi, vittorie e trofei, una vita dedicata al calcio e impreziosita da un Mondiale vinto in Germania che Andrea Pirlo non dimenticherà mai. L’ex centrocampista di Milan e Juventus è pronto a dire basta, sottolineandolo con semplicità e franchezza nel corso di un’intervista alla Gazzetta dello Sport. Parole chiare e nette per far capire che, il tempo di appendere gli scarpini al chiodo, è ormai arrivato.
“Dove c’è la rotula non ho più la cartilagine – le parole di Pirlo alla Gazzetta dello Sport – quando è venuta la Juve in tournée a fine luglio, mi sono fatto vedere anche dal loro medico. Ma c’è poco da fare. Vanno in campo i più giovani, Herrera e Ring. A 38 anni è giusto dare spazio ai ragazzi. No, non sono arrabbiato. Anzi do una mano agli altri e all’allenatore. Ti rendi conto da solo che è arrivato il momento. Ogni giorno hai problemi fisici, non riesci più ad allenarti come vorresti perché hai sempre qualche acciacco. Alla mia età ci sta di dire basta. Non è che puoi andare avanti per forza fino ai 50. Farò qualcos’altro. Futuro? Non lo so ancora. Rientrerò in Italia già a dicembre. Il vice di Conte? Se ne dicono di cose. Ho delle idee, ma mi concedo tempo per decidere. Allenare? Non è detto che siccome sei stato un buon giocatore puoi farlo. Devi essere predisposto e avere la prova del campo. Deve scattarti la scintilla. A me non è ancora scattata. Dopo 25 anni di calcio starò a casa con la famiglia. Per tenermi in forma giocherò a golf“.
Per quanto riguarda la Nazionale e il momento poco positivo, Pirlo sottolinea: “purtroppo va piuttosto male. Era importante fare risultato e si palpava la tensione. Ne è uscita una gara confusionaria e con poche idee. Catastrofe? Non lo so. Sicuramente sarebbe disastroso per il movimento, che comunque è in ripresa, e peri giocatori, la cui ambizione massima è andare al Mondiale. Però ci sono i playoff, pur mancando la certezza aritmetica, e c’è speranza che le cose possano sistemarsi. Il calcio italiano non è malato. E’ vero che ci sono state due brutte uscite al Mondiale, ma nel mezzo abbiamo disputato due ottimi Europei con una finale e un buon piazzamento in Francia, dove con un po’ di fortuna in più si poteva andare fino in fondo.
Capita di uscire come è accaduto in Sudafrica e in Brasile, anche se non è normale per un Paese come l’Italia. C’è un cambio generazionale in corso come hanno avuto pure Germania, Francia e la stessa Spagna. Poi arriva un periodo più prolifico e ricominci a vincere. Avere dei nuovi Totti e Del Piero non sarà facile. Ci vorrà tempo, bisogna sperare che questi ragazzi pian piano si trasformino in campioni. Anche se un fuoriclasse lo riconosci già a 18 anni… Verratti è un po’ in difficoltà? Ha tante responsabilità, riflettori puntati sempre addosso, anche per la questione mercato di quest’estate con il Barcellona. Così alla prima partita sbagliata iniziano le critiche. Ma siamo in tanti ad aver sopportato faccende di questo tipo. Se mi somiglia? Giochiamo in ruoli simili con caratteristiche diverse. Balotelli? Dipende da lui. Se segna, come sta facendo adesso, ha sicuramente la possibilità di tornare. Ma quelle poi sono scelte dell’allenatore“.
Pirlo si sofferma anche sull’esonero di Ancelotti: “mi dispiace soprattutto perché sembra che siano stati i giocatori a volere la sua testa, mentre lui è sempre stato un maestro nei rapporti di spogliatoio. Strano. Uno del suo valore mandato via così in fretta… mi sa che c’è sotto dell’altro. Montella? Mi auguro che non venga esonerato. Il Milan ha una squadra nuova: dura mettere insieme 20 uomini. Ci vogliono tempo e fiducia anche se i risultati non arriveranno subito. C’è un progetto e deve portarlo avanti. Poi i tanti cambi di panchina in precedenza non mi pare abbiano dato risultati. Il Napoli è quella che gioca meglio in Italia ed è fra le migliori in Europa.
Vederla in campo è puro divertimento. Ma la Juventus è ancora la più forte e ha la consapevolezza di esserlo. E’ piena di bravi giocatori, vincerà il campionato e andrà lontano pure in Europa. L’Inter? La sto osservando con interesse, farà bene. Spalletti mi piace, e anche i nerazzurri hanno bisogno di tempo per capire che cosa chiede. Per ora non entusiasma, ma fa risultato. Mica è fortuna. Non prendono gol, che in Italia è già molto, e prima o poi capita che uno lo segni. Mentre l’anno scorso uno lo subivano sempre. E poi Spalletti sa come sistemare in campo i suoi uomini e farli rigare dritto, e questa cosa è importante. Quando hai in mano lo spogliatoio, chi vuol giocare sa che deve meritarlo e quindi lavorare“.
Infine, un commento su Bonucci: “è normale che per ora non renda come alla Juventus. Hanno iniziato da poco, gioca in una società diversa, con compagni e movimenti nuovi, cambiando modulo. Non possono aspettarsi che appena arrivato faccia assist e gol. E’ il miglior difensore d’Italia e uno dei più forti d’Europa, ma anche lui ha bisogno di tempo per ambientarsi“.