Inzaghi e la Lazio: ecco come Simone ha cambiato gli equilibri dei biancocelesti

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Ecco l’analisi tattica di Simone Inzaghi nel dettaglio. Ecco come il mister rivoluziona il gioco della Lazio

La vittoria della Lazio contro la Juventus a Torino ha dell’incredibile. La banda di Simone Inzaghi ha sfatato un tabù lungo 15 anni: ovvero vincere in casa dei bianconeri. Il trionfo è merito del mister della Lazio e della sua grande esperienza nel mondo giovanile. 

LaPresse/Marco Bucco

Negli anni trascorsi in Primavera, Simone Inzaghi ha capito che gestire la palla nei momenti clou della partita è fondamentale per due motivi: il primo portare tranquillità alla squadra, il secondo colpire in contropiede. Inoltre, all’inizio del secondo tempo, la Lazio ha utilizzato un filtro a centrocampo che ha liberato Luis Alberto dai compiti standard. Lo spagnolo ha preso maggior spazio tra le linee ed è riuscito a trovarsi da solo in area di rigore oppure qualche metro più indietro. Questa tattica ricorda molto quella utilizzata da Simone Inzaghi nelle Final Eight nel 2014 quando i biancocelesti affrontarono la Roma. In quell’occasione la Lazio Primavera utilizzò Cristiano Lombardi come fulcro del gioco e dal 2-0 per i giallorossi si è passato al 2-3 per i laziali. Contro la Juventus stessa cosa: dall’1-0 del primo tempo in favore dei bianconeri si è passato all’1-2 della Lazio in soli 9 minuti ad inizio primo tempo. 

Thomas Strakosha
LaPresse/Marco Alpozzi

Questa chiave tattica della Lazio si è vista anche contro il Milan con sempre protagonista Luis Alberto. Dopo un anno un po’ al di sotto delle qualità, l’ex giocatore del Deportivo La Coruna è finalmente esploso raggiungendo vette impensabili fino a 12 mesi fa. Altra grande scoperta di Inzaghi è Tomas Strakosha. Il portiere albanese ha fatto tutte le trafile della Lazio raggiungendo da qualche anno la prima squadra. Una maturazione importante questa del portiere dei biancocelesti che ha delle basi solide. Ottimo il lavoro svolto nella primavera, ma altrettanto perfetto quello realizzato l’anno scorso. I continui acciacchi di Federico Marchetti hanno lanciato Thomas Strakosha come numero uno della porta capitolina. I suoi balzi, le sue parate (come quella su Dybala a tempo scaduto) e le sue prodezze non sorprendono. Simone Inzaghi ha curato bene la fase difensiva mettendo il portiere albanese sempre in massima sicurezza. 

luis alberto
LaPresse/Alfredo Falcone

Da attaccante esperto, Simone Inzaghi ha sistemato la fase offensiva. In precedenza con Pioli gli esterni offensivi si alternavano (Candreva e Felipe Anderson o Lulic) le fasce, mentre ora Dusan Basta e Senad Lulic hanno dei compiti precisi e duttili. Anche il lavoro di Marco Parolo è aumentato in mezzo al campo: nella Lazio il playmaker non esiste (anzi esiste ma con altre funzioni). Il centrocampista italiano riesce ad ogni partita a smistare palla e mettere in movimento Luis Alberto e Ciro Immobile. Marco Parolo però è aiutato dall’esperienza di Lucas Leiva che ogni partita gioca innumerevoli palloni verso destra o sinistra per lasciare maggiore libertà al centrocampista italiano. Infine Sergej Milinkovic-Savic ha l’abilità di lanciare in profondità Ciro Immobile o Luis Alberto. Però, il serbo ha un difetto: non riesce a dare maggior peso offensivo con NaniCaicedo. Ieri dopo le entrate in campo dei due giocatori, Milinkovic-Savic si è leggermente eclissato perdendo la maggior parte degli scontri diretti con Dybala e Higuain. 

Immobile
LaPresse/Marco Alpozzi

Infine Ciro Immobile ha nuovi compiti offensivi: prendere palla, inserirsi nella difesa avversaria e fare sponde. Questo ha prodotto un numero superiore di occasioni e soprattutto dato maggior spazio a Luis Alberto di inventare. L’anno scorso con Baldè Keità questa alchimia era inesistente e spesso e volentieri l’attaccante italiano e il senegalese si incrociavano senza dare peso offensivo adeguato. Fin qui Ciro Immobile ha segnato 11 gol in 8 partite in campionato, mentre in Europa League 2 reti in due match giocati. Non male per un attaccante che fino a 3 anni fa era finito nel dimenticatoio. 

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