Dalla wild card per il Giro 2018 al caso Taliani, Gianni Savio a SportFair: “l’Androni lotta per sconfiggere il doping”

SportFair

Gianni Savio, team manager dell’Androni Sidermec, racconta ai microfoni di SportFair la stagione della squadra italiana, il caso Taliani, il ritorno al Giro d’Italia e le capacità di Egan Bernal

Gianni Savio è il team manager dell’Androni Sidermec Bottecchia, squadra Professional italiana. In questa stagione, l’Androni ha conquistato con grande merito la Ciclismo Cup, competizione che ha lo scopo sia di proclamare la squadra italiana più forte che quello di dare una wild card per Giro d’Italia. Il team di Gianni Savio ha conquistato ben 25 vittorie in stagione e una moltitudine di podi nelle corse italiane. Un risultato eccellente che cancella l’amarezza dell’esclusione dal Giro d’Italia 2016 e 2017. Gianni Savio è riuscito a ricompattare la squadra e a dare forza per conquistare il diritto di partecipare alla grande corsa italiana a tappe. Ai microfoni di SportFair, Gianni Savio ha parlato della stagione della squadra, del caso doping che ha coinvolto Alessio Taliani, della grande stagione di Egan Bernal e dell’appuntamento dell’Androni Sidermec al Giro di Turchia.

Dopo la vittoria alla Ciclismo Cup, l’Androni torna al Giro d’Italia dopo due anni di assenza. Quali sono le emozioni provate?

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LaPresse/Marco Alpozzi

“Una grande soddisfazione. Al Giro d’Italia noi ci siamo quasi sempre stati e queste due esclusioni sono state delle anomalie. Io ho criticato RCS Sport, ho detto che si è trattato di una grande ingiustizia e a quel punto ai miei corridori ho detto: “il carattere le vere persone lo dimostrano nelle avversità. Quando tutto è facile e tutto va bene è chiaro che non esistono problematiche“. Noi avremmo dovuto prendere la Ciclismo Cup come obiettivo principale della stagione. Grazie all’accordo Lega Ciclismo Professionisti e RCS Sport, i campioni d’Italia a squadre hanno garantito la presenza del team vincente l’anno successivo. Quindi noi abbiamo votato tutte le nostre attenzioni sulle corse della Coppa Italia di ciclismo. Dal mese di luglio nella riunione tecnica, al Trofeo Matteotti dissi: “da oggi per noi tutte le gare italiane sono come una finale di Champions League”. Il nostro autista ha portato poi sul pullman la musica della Champions e tutte le mie riunioni terminavano con quest’inno. Ho fatto i complimenti ai ragazzi, e lo ribadisco anche oggi. Hanno interpretato al massimo tutte le disposizioni e hanno meritato questa vittoria con grande margine di vantaggio. Noi siamo stati proclamati al termine della Tre Valli Varesine, ad una gara dalla conclusione della Ciclismo Cup”.

Quale corsa italiana è rimasta più impressa?

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LaPresse/Marco Alpozzi

“Sono state diverse. La Tre Valli Varesine è la corsa che ha sancito la nostra vittoria, però sin dall’inizio, al Gp degli Etruschi, la prima corsa, noi abbiamo realizzato il primo podio con Gavazzi terzo. È importante rimarcare che il nostro è un successo di squadra, cioè lo scorso anno la Bardiani CSF vinse la Coppa Ciclismo con solo Sonny Colbrelli che ha portato la stragrande maggioranza di punti e vinto la classifica individuale. Nel nostro caso abbiamo piazzato nella classifica individuale, vinta da Diego Ulissi, tre corridori nei primi cinque ovvero Egan Bernal secondo, Francesco Gavazzi quarto e Mattia Cattaneo quinto. Questa è una dimostrazione di vittoria di squadra”. 

Il lavoro di PMG Groupe è stato fantastico. Tutte le corse italiane sono state trasmesse grazie al loro segnale. Quanto è importante la trasmissione di una corsa di ciclismo per una squadra?

LaPresse/Fabio Ferrari

“Voglio ringraziare la Lega Ciclismo Professionisti che ha introdotto questo meccanismo che è stato molto importante dal punto di vista promozionale. Tutte le gare sono state seguite in televisione, sul digitale, è stato quindi un grande lavoro della PMG Groupe. Questo ha portato una viabilità delle squadre che ha giovato i tifosi che hanno potuto seguire le corse anche in diretta e il riconoscimento del valore sportivo della squadra”.  

L’invenzione del ProTour è stata una svolta negativa o positiva?

“Purtroppo dal 2005 quando è uscito il ProTour inventato da Hein Verbruggen, era stata presentata come una svolta epocale. Io ho sempre detto che è stata una svolta negativa perchè il ciclismo si è ridotto in un grande business. Contava solo il Dio danaro, mentre il lato sportivo è stato messo da parte e considerato marginale. Questa ciclismo Cup premia il team che ha dimostrato il valore meritocratico”. 

A quale ciclista in squadra è più affezionato?

“Sono affezionato a tutti perchè ritengo sempre che una squadra deve essere compatta, omogenea e soprattutto una famiglia. Ho cercato di creare un team con scelte adeguate (insieme al direttore sportivo e medici). Prima di prendere un corridore vogliamo vedere il suo passaporto biologico. Cerchiamo sempre di ingaggiare corridori validi sotto il profilo umano e non solo sportivo”.

Cosa ci può dire sul caso Alessio Taliani? C’è qualche similitudine con i casi Apollonio e Taborre? 

Alessio Taliani“Il caso Taliani è tutto particolare. Non entro nel merito perchè non è compito mio, ma abbiamo un regolamento sanitario intero dove i corridori coinvolti in casi doping vengono licenziati in tronco e devono pagare una penale. Questo l’ho messo come deterrente anni fa, ma non è servito. Noi due anni fa abbiamo avuto due corridori dopati: Apollonio e Taborre. Apollonio lo abbiamo preso che correva con squadre ProTour e quindi al di sopra di ogni sospetto. Aveva corso col Team Sky, con l’AG2R e il suo passaporto biologico era perfetto, ma poi ha usato l’EPO. Non a caso c’è una causa in corso (a febbraio ci sarà l’udienza) perchè noi abbiamo applicato la clausola contrattuale per pagare 100 mila euro di penale. Io speravo di non farla questa penale perché un corridore che guadagna 60 mila euro, ci penserà due volte a doparsi, eppure in questa mentalità bacata di alcuni sportivi e corridori lo hanno fatto. Noi siamo la squadra che lotta contro il doping e ho messo questo deterrente per sconfiggerlo. Apollonio è stato trovato positivo all’EPO, Taborre ad un altro prodotto dopante, Taliani è diverso. Il ciclista ha usato uno spray consentito perché soffre di asma e ha l’esenzione terapeutica. Però gli hanno trovato un dosaggio superiore al consentito. Noi abbiamo ricevuto nel mese di febbraio la comunicazione e abbiamo sospeso il corridore. Taliani ha corso solo 2 corse: Gp degli Etruschi e Laigueglia. Lui non ha mai partecipato a nessuna corsa di Ciclismo Cup. Semmai avesse fatto punti nella manifestazione, li avrebbero tolti. Qui però entriamo in una congruenza: il caso è del 4 agosto 2016 che a me viene segnalato nel febbraio 2017. Se avessi saputo di questo, io non rinnovavo il contratto a Taliani. So che lui ha fatto appello e ho letto anche una lettera aperta che ha presentato. È un caso particolare rispetto a quelli passati e poi valuteremo. Se Taliani avesse partecipato alla Ciclismo Cup, il suo caso rappresenterebbe una negatività, ma tolte le due corse di febbraio, il ciclista non ha corso per noi. Questo è un aspetto marginale”. 

Egan Bernal ha dimostrato il suo valore negli ultimi due anni. Che corridore è?

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Gian Mattia D’Alberto /LaPresse

“Egan Bernal! Beh sono soddisfatto di aver lanciato un grande corridore. Ha talento e diventerà un ottimo ciclista. In tempi non sospetti dissi che arriverà sul podio dei grandi giri. Il contratto di Bernal era di quattro anni e poteva quindi correre per altri 2 anni con noi, ma nel contratto ho messo una clausola dove se un team WorldTour avesse voluto acquistare il corridore e la società fosse stata d’accordo avrebbe corrisposto alla stessa un premio di valorizzazione. Noi abbiamo preso Egan Bernal a 18 anni, sconosciuto agli addetti ai lavori europei e lo abbiamo cresciuto e valorizzato sotto ogni aspetto. Lui ha sempre riconosciuto il nostro team e ha continuato ad impegnarsi al massimo per contribuire il punteggio nella ciclismo cup”. 

L’Androni sarà al Giro di Turchia. Quali saranno gli obiettivi?

LaPresse/Fabio Ferrari

“Secondo la mia filosofia andremo per onorare la corsa. Io ho cercato di inculcare ai ragazzi questa filosofia, ovvero di non correre per allenarsi. Si punta sempre a vincere e in questa stagione abbiamo conquistato 25 corse, peccato solo che in Italia non ci siamo riusciti, ma abbiamo conquistato tantissimi podi. L’anno scorso abbiamo trionfato al Memorial Pantani con Gavazzi, ma in questa stagione ci è mancato quel pizzico di fortuna in Italia, quando però vincono gli altri noi ci complimenteremo come sempre. Noi dovevamo concludere a Il Lombardia, ma ad inizio settembre mi è arrivato l’invito a partecipare. Ho tenuto sotto pressione i ragazzi in tutte le corse italiane e ho chiesto loro se volessero partecipare al Giro di Turchia. Frapporti e Gavazzi hanno deciso di correre al che ho detto io: “complimenti ragazzi! Andiamo”. L’iniziativa è stata presa da loro perché per me la stagione era finita a Il Lombardia”. 

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