L’Isis ha rivendicato l’attentato di Manchester, sottolineando come il meglio debba ancora venire. Intanto si conosce l’identità delle vittime, la più giovane aveva 8 anni
Una scia di dolore, morte e distruzione. Un attentato in piena regola che getta nuovamente nella paura l’intero Occidente. L’Isis non ha perso tempo e ha immediatamente rivendicato l’attacco all’Arena di Manchester, paventando nel comunicato diffuso dall’agenzia di stampa Amaq altri attacchi a breve termine.
“Uno dei soldati del Califfato è riuscito a posizionare ordigni esplosivi in mezzo a un raduno di crociati nella città britannica di Manchester, dove è avvenuta l’esplosione nell’edificio Arena. Per chi venera la Croce e i loro alleati il peggio deve ancora venire. Sia lode al Signore“. Ha un nome anche il kamikaze che ha messo in atto tutto questo, si chiama Salman Abedi, 22 anni, inglese figlio di genitori libici. La polizia britannica voleva che il nome restasse coperto, ma i servizi americani lo hanno reso pubblico. Un criminale che non ha avuto scrupoli a farsi saltare in aria, uccidendo 22 persone e ferendone una sessantina. Tra le vittime anche una bambina di 8 anni, Saffie Rose Roussos, andata a sentire Ariana con la mamma Lisa e la sorella Ashlee, entrambe in ospedale con ferite non si sa quanto gravi. Una strage assurda, un dolore senza fine: l’Occidente è sotto attacco, ma quando finirà tutto questo?