Atletica – Coppa Europa Marcia: la dedica speciale di Antonella Palmisano: “una vittoria con il sorriso di Anna Rita”

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Coppa Europa di Marcia a Podebrady: tutte le emozioni di Antonella Palmisano dopo il trionfo 

C’erano papà Carmine, il fidanzato Lorenzo e una squadra intera che non ha mai smesso di urlare “Forza Anto!”. E lei, Antonella Palmisano, oggi ha fatto esattamente quello per cui era venuta a Podebrady (Rep. Ceca): vincere la Coppa Europa. Venti chilometri attraversati, passo dopo passo, in cui l’azzurra è stata sempre la donna da inseguire. Non è sempre così facile essere la favorita. Anche se sei stata la migliore atleta del Vecchio Continente nelle ultime due rassegne globali: quinta ai Mondiali 2015 e quarta alle Olimpiadi 2016. Anche se hai appena sfiorato il record del mondo dei 10.000 metri su pista con un sensazionale 41:57.29 a Orvieto. Ma poi arriva anche il momento dei ricordi e il pensiero va a quel 21 maggio di due anni fa, quando lo scricciolo Anna Rita Sidoti continuava la sua marcia leggiadra verso il cielo. Una coincidenza? “Io ci credo alle coincidenze – esordisce la Palmisano, 25enne originaria di Mottola (Taranto) – e il fatto che la mia vittoria sia arrivata proprio oggi non penso che sia un caso. Voglio credere che da qualche parte lassù, Anna Rita abbia visto la mia gara e mi abbia regalato uno dei suoi dolcissimi sorrisi. Questo risultato lo dedico lei nella speranza di riuscire a continuare la sua strada nell’atletica e nella vita. Sapere di essere l’unica italiana dopo di lei ad aver vinto la Coppa Europa per me è un grande onore e un’emozione”.  Oggi, intanto, la bandiera in dirittura di arrivo ti ha combinato qualche scherzetto. “Non immaginate nemmeno quanto fossi entusiasta solo all’idea di sventolare il tricolore. Mi era successo solo in Coppa del Mondo da junior nel 2010 e non vedevo l’ora che potesse accadere di nuovo. Qui, però, la bandiera mi è sfuggita e mi ha fatto perdere qualche secondo. Non mi importava più del tempo, in quel momento la cosa principale era la bandiera, il simbolo dell’Italia, quella su cui si giura quando si debutta in Nazionale! Poi all’arrivo me la sono ritrovata praticamente tutta in faccia mentre tagliavo la linea del traguardo. E’ stato buffo, ma è come se per un attimo fossi diventata un aquilone tricolore pronto a volare”.

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