“Da bambino vendevo i biglietti della lotteria”, adesso segna e incanta: Muriel si prende la Sampdoria

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Intervistato da Samp TV, Muriel racconto la sua infanzia e ringrazia l’Italia per avergli permesso di diventare un calciatore professionista

Luis Muriel ha deciso il derby, ha dato una grande gioia ai tifosi blucerchiati e ha segnato il decimo gol della sua ottima stagione. Era un beniamino della tifoseria doriana, adesso lo e’ ancor di piu’.

LaPresse/Valerio Andreani
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L’eroe del derby della Lanterna si racconta in un’intervista esclusiva ai microfoni di Samp Tv, dove parla non solo di calcio, ma anche di hobby e tanto altro. “Prendo la carica dalla musica, e’ sinonimo di allegria per me, mi accompagna sempre, in macchina, negli allenamenti, in palestra. Mi piace molto anche la pesca, quando viene a trovarmi mio padre andiamo spesso a pescare, mi piacciono le macchine, la Ferrari, i cavalli, la tecnologia“, spiega l’attaccante colombiano che ha superato alla grande un momento non semplice della sua carriera. “La Samp significa tanto per me, anzi tantissimo, perche’ nel momento difficile della mia carriera ha creduto in me, quando tutti mi davano per finito, mi ha permesso di crescere e di lavorare.

LaPresse/Valerio Andreani
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Ora raccogliere quello che ho seminato per me e’ importante – spiega l’attaccante -, ho solo parole di ringraziamento per la societa’ e per i tifosi perche’ mi hanno cambiato la vita. Sono sicuro che ci toglieremo delle soddisfazioni se continueremo a giocare cosi’ e se avremo sempre la stessa spinta dai nostri tifosi. Il Doria ha creduto in me quando mi stavo perdendo e adesso qui mi sento come a casa“. Nato e cresciuto in Colombia, a Santo Tomas, diventato uomo in Italia. “La Colombia rappresenta tanto per me, e’ un paese bellissimo – spiega Muriel -, mentre l’Italia e’ la mia seconda nazione, le devo tutto, mi ha permesso di giocare a calcio ad alti livelli, di farmi conoscere a livello mondiale e di diventare calciatore.

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Ho vissuto in una citta’ molto bella come Lecce, e’ stato un periodo bellissimo, mi sentivo come a casa, a Udine il cambio e’ stato duro per il freddo, poi la gente e’ piu’ chiusa rispetto ai salentini, ma e’ una citta’ molto tranquilla che ti permette di fare il calciatore a 360 gradi. Qui a Genova ho ritrovato il mare, il calore della gente“. Non ha avuto un’infanzia semplice Muriel, ma ha solo bei ricordi. “Da bambino aiutavo la mia famiglia vendendo i biglietti della lotteria per le strade della mia citta’ o i piatti che cucinava mia nonna – spiega -. C’erano pochi soldi e ci davamo da fare. Facevo tanti sport, giocavo a calcio, ma poi andavo con i miei amici a giocare a basket o a baseball, anche se mio padre non voleva. Pero’ lui lavorava tutto il giorno, usciva di mattina presto e tornava tardi la sera e io potevo giocare di nascosto“. (ITALPRESS)

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