Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Carlo Conti si è divertito a fare qualche paragone originale tra il calcio e il Festival di Sanremo
Al Bano, Alessio Bernabei, Clementino, Elodie, Ermal Meta, Fabrizio Moro, Fiorella Mannoia, Giusy Ferreri, Lodovica Comello, Ron, Samuel.
Sono i primi 11 artisti, annunciati in ordine alfabetico, che stasera saliranno sul palco dell’Ariston per la prima serata del Festival di Sanremo edizione numero 67. L’ordine di uscita sarà definito domani dalla direzione artistica. In apertura una carrellata sulle hit che non hanno vinto ma che sono diventate successi e un ricordo di Luigi Tenco, a 50 anni dalla morte, con Vedrai vedrai. A presentare questo imperdibile Festival sarà Carlo Conti, arrivato alla sua terza edizione consecutiva, insieme a Maria De Filippi, ormai vera e propria protagonista della tv italiana. Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il presentatore italiano non ha disdegnato alcuni paragoni originali tra calcio e musica: “sono orgoglioso di questo terzo Festival, ma il record rimane a Pippo Baudo: cinque di seguito.
Quest’anno batto il terzo rigore con due fuoriclasse: Maria, Maradona della tv, e Maurizio Crozza, Pelé della comicità, e ben ventidue canzoni. Due li ho segnati, il terzo lo posso anche sbagliare, ma mi sono attrezzato bene. Masini ha paragonato me e Maria a Messi-Neymar. Io posso giocare a centrocampo e svariare con la fantasia, lei è un bomber che non perdona. Totti? Vediamo come finirà Roma-Fiorentina e poi vedremo se ci sarà… A parte gli scherzi, Francesco verrà all’Ariston mercoledì, scherzeremo un po’ sulla sfida dell’Olimpico, io e Maria gli faremo un’intervista incrociata“. Passando al calcio giocato, Carlo Conti esprime le sue considerazioni: “Federico Chiesa mi ha colpito per la qualità, la freddezza e le sue punizioni terribili.
Ha soltanto 19 anni, può diventare più bravo di suo padre. Quando c’è talento ed entusiasmo non bisogna aver paura di inserire i giovani. L’anti-Juve? Napoli e Roma, ma anche l’Inter di Pioli mi convince“. Infine, Carlo Conti svela: “da piccolo ero una schiappa a giocare. Quando si faceva la conta per la divisione in due squadre io e un altro rimanevamo sempre fuori. E allora cominciai a fare la telecronaca a bordocampo, il mio mestiere era già scritto”.