L’anno 2016 del ciclismo è stato emozionante fatto da bellissime imprese e stupendi duelli. Ecco i promossi e bocciati di questa stagione

L’anno si è concluso ed è tempo di bilanci. Un’annata stupenda quella che ha regalato il mondo a due ruote coronata da grandi imprese come quella di Nibali al Giro d’Italia, di Viviani oro alle Olimpiadi passando per il mondiale di Doha vinto da Sagan. Grandi sono stati i duelli che hanno favorito lo spettacolo: Froome-Quintana al Tour de France e alla Vuelta di Spagna, la bellissima sfida tra Hayman, Stannard e Boonen alla Parigi – Roubaix e la battaglia tra Rosa e Chaves al Giro di Lombardia. Belle sorprese sono state quelle di Diego Rosa e di Colbrelli, che con Aru sono il futuro del ciclismo italiano. Grandi anche le delusioni come quella di Aru che non ha replicato la stagione 2015, le ‘follie’ di Rodriguez prima con la Katusha e poi con la Bahrain Merida, e quella di Nibali con la sua caduta alle Olimpiadi.
Promossi
Peter Sagan
È uno che quando si mette in testa una cosa la ottiene. Un ciclista perfetto, che in questa stagione ha dimostrato di essere il più forte. Non ha sbagliato un colpo: Fiandre, Gand-Wevelgem, mondiale e tappe al Tour. In ogni gara ha dato spettacolo con acrobazie e goliardate alla Valentino Rossi (vedi la visita in un camper per fare dei bisogni). Ironico nel ‘paddock’ e ben voluto dai compagni e da tutti gli appassionati di ciclismo. Adesso è il nuovo ciclista della Bora e sarà sicuramente l’uomo su cui saranno puntati i fari al prossimo mondiale. Peccato solo che lo slovacco non sarà al Giro d’Italia, da lui giudicato ‘inferiore al Tour de France’.
Vincenzo Nibali
La sua stagione in Astana è stata altalenante. Picchi altissimi e tanta sfortuna. Vince di prepotenza il Giro d’Italia alla penultima tappa, facendo valere la stoffa che ha, ma crolla alle Olimpiadi di Rio quando a pochi chilometri cade rovinosamente perdendo una medaglia certa. La stagione quindi è stata ottima, e sicuramente nel 2017 con la Bahrain Merida sarà il protagonista. La squadra è stata allestita per lui e sin dalle prime gare regalerà spettacolo. Ci si aspetta tanto da lui sopratutto al Giro d’Italia, nell’edizione numero 100.
Nairo Quintana – Chirs Froome
Il duello tra i due ha entusiasmato i cultori del ciclismo. Il ciclista del team Sky è stato un padrone assoluto della Grande Boucle, sfoderando una tenacia impressionate. Il ritmo sulle salite era altissimo e Quintana non è riuscito minimamente a contrastarlo. La performance fatta da Froome alla cronometro francese è la dimostrazione che il suo fisico può fare l’impossibile. 3 Tour de France in 4 anni. Mostruoso. Quintana, però, alla Vuelta di Spagna ha risposto al ‘Frullatore’ con maestria ed efficienza. Il colombiano ha nettamente meritato la corsa iberica dominando sui Pirenei; più le pendenze erano ardue, più la sua potenza fisica veniva sprigionata. Voleva rispondere a Froome e ci è riuscito. Un duello appassionante che sicuramente è stato uno dei momenti più belli di questa stagione. Usando una terminologia calcistica: 1 a 1 il risultato tra i due.
Bocciati
Fabio Aru
Il ciclista dell’Astana è stato l’ombra di se stesso. Ha enormi qualità, enormi potenzialità, ma quest’anno non è riuscito a dare il suo massimo. In questa stagione ha esordito al Tour de France (crollando alla penultima tappa) e non è riuscito a fare bene alle Olimpiadi (chiudendo in 23ª posizione). Ha vinto qualche gara di contorno, ma per lo scalatore poca roba. Un vero peccato, ma adesso che sarà il capitano dell’Astana dopo l’addio di Nibali, ha il compito di vincere e di portare l’Astana nuovamente in alto.
Joaquim Rodriguez
Purito ne ha combinate di tutti i colori. Si ritira 2 volte, non vince nessuna tappa al Tour de France, pessimo alla Liegi-Bastogne-Liegi e ritirato al Giro di Lombardia. Con la Katusha i rapporti si sono chiusi male e in estate decide di ritirarsi dal ciclismo. Poi i contatti con la Bahrain Merida gli fanno cambiare idea, ma poco dopo ritorna sui suoi passi. Grande carriera conclusa male.
Thibaut Pinot
Il francese è partito bene in questa stagione. Vince la crono al Critérium International, al Tour de Romandie e poi il nulla. Sparisce dai radar del Tour de France, non partecipa alla Vuelta e a nessuna classica di monumento. Un momento decisamente negativo per lui che dura dal 2014, quando giunse in 3ª posizione al Tour de France vincendo la maglia bianca. È ancora giovane, ha le possibilità di vincere qualche corsa importante, ma deve darsi una mossa. La Francia ripone le speranze su di lui per la Grande Boucle.
Bonus
Mark Cavendish
È fuori categoria per un semplice fatto: non c’è nessuno meglio di lui tra i velocisti. Intelligenza tattica, trova ‘treni’ in volata che nessun ciclista riesce a creare. Eppure la sua stagione era iniziata con dei ‘soli’ piazzamenti. La svolta è stata a Marzo quando per la terza volta vince i campionati di Madison con Wiggins. Fa terra bruciata al Tour de France con 4 vittorie e indossa per la prima volta una maglia gialla temporanea. Alle Olimpiadi di Rio giunge secondo nella categoria su pista (vinta dall’azzurro Viviani) e termina con due vittorie all’Abu Dhabi Tour indossando la maglia a punti. Il suo avversario più vicino è Kittel e nel 2017 i due si affronteranno su tutte le strade del mondo.