Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Jean Alesi ha analizzato la vecchia e la nuova stagione, dando un consiglio particolare a Vettel
Lui dopo Michael Schumacher, lui dopo la leggenda. Se i cinque titoli conquistati dal Kaiser son serviti a regalargli la venerazione dei tifosi della Ferrari, a Jean Alesi è bastato molto meno. Grinta, cuore ed entusiasmo sono stati i capisaldi di questo francese terribile che adesso segue con passione il figlio impegnato nella GP3 come membro della Ferrari Driver Academy.
Intervistato in esclusiva dalla Gazzetta dello Sport, Alesi ha analizzato il 2016 e il 2017, partendo dalla situazione in casa Mercedes. “Sicuramente all’interno del team Hamilton tornerà a dominare, anche quando Rosberg era secondo, metteva sempre pressione a Lewis. Non c’era di sicuro il divario che esisteva in Ferrari tra Schumacher e Barrichello. Dentro il team Hamilton sarà padrone incontrastato ma, per la vita che conduce, non sentirsi sotto pressione con un rivale forte, potrebbe costituire un’arma a doppio taglio. Il ritiro di Nico? All’inizio la pensavo come Lauda, ero sorpreso ed arrabbiato. Poi ho riflettuto e mi sono ricordato di Senna, di quando sosteneva che avrebbe guidato la Williams anche gratis, ha fatto tanto per inseguirla e poi ci è morto. Forse Nico non se la sentiva più di correre“.
Chiuso il capitolo Mercedes, Alesi passa ad analizzare quello Ferrari: “sono ottimista in vista della prossima stagione, in casa mia la Ferrari è tutto! Mi è spiaciuto vederla così nel 2016 ma, senza voler addossare le colpe a qualcuno, la tragedia familiare che ha colpito il capo del progetto (l’ex d.t. James Allison; n.d.r.) ha messo in chiara difficoltà il team. Mi aspettavo ben altro campionato e se ripenso all’Australia… Però sono sicuro che il 2017 sarà diverso. Vorrei rivedere il Seb dell’esordio in rosso, senza più gli eccessi di nervosismo dell’ultimo scorcio di stagione. Consigli? Di fronte a un pilota che ha vinto 4 Mondiali, mi permetto con la massima umiltà di ricordargli che la Ferrari è qualcosa di più di una F.1, è la storia delle corse e ha dietro un Paese. Lo tenga presente quando parla alla radio e nei suoi rapporti con i tifosi”.