Ciclismo, l’appello di Viviani: ‘il mio oro olimpico per salvare questo sport’

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Elia Viviani, oro olimpico su pista a Rio 2016, chiede aiuto alla Federazione e al Coni per salvare questa disciplina, nominando i suoi successori per il futuro

LaPresse/Alfredo Falcone
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Il 2016 è stato un anno magico per Elia Viviani grazie all’oro olimpico ottenuto con tenacia e forza di volontà. La medaglia più prestigiosa su pista mancava da Atlanta ’96 quando Silvio Martinello vinse l’oro nella corsa a punti. Questa vittoria si aggiunge ad altre come quelle ottenute ai mondiali (3 successi) ed Europei (6 titoli), in una disciplina che stava per cadere nel dimenticatoio. “Sono entrato in una nuova dimensione. Incontro bambini per strada che mi dicono: “Voglio diventare come te”, ed è incredibile”, ha dichiarato Elia Viviani come riportato da La Gazzetta dello Sport.

LaPresse/Alfredo Falcone
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Il ciclismo su pista, come detto, grazie ad Elia Viviani è tornato alla ribalta. Ad agosto Silvio Martinello, giornalista Rai, ha lanciato un appello alla Federazione e Coni per tutelare questa disciplina dicendo: “godiamoci giustamente i brillanti risultati di Rio, ma dopo i meritati festeggiamenti, bisognerà rimboccarsi le maniche e stilare un vero e credibile progetto di rilancio recuperando le necessarie risorse”. Della stessa posizione è il ciclista del Team Sky: “la mia medaglia ha aiutato un settore che stava per morire. Ora tocca a Federazione e Coni capire che questa disciplina porta medaglie: l’Italia per la pista c’è e può vincere, non deve limitarsi a partecipare, – prosegue -. Servono progetti per Tokyo 2020 e per il 2024: un’attività di promozione per scoprire nuovi talenti. Perché non aumentare le ore di scuola dedicate allo sport? Si potrebbero portare i bambini 2 o 3 volte all’anno in pista, oppure a una Sei Giorni o agli Europei di Montichiari al posto della gita scolastica”.

LaPresse/Reuters
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Il ciclista ha deciso questa stagione di dedicarsi alla strada e abbandonare la pista. Ma, grazie alla sua vittoria, l’Italia non sarà ‘abbandonata’; infatti ci sono molti ciclisti pronti a prendere il posto di Viviani e di sperare a vincere medaglie in pista: “Ganna, Consonni, Lamon e Bertazzo rappresentano il nostro futuro. All’Olimpiade hanno fatto 3’55’’ senza di me, significa che hanno imparato a camminare da soli. Io posso fare un passo indietro“.

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