F1, San Sebastiano da Maranello: quando la legge non è uguale per tutti

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Vettel, la FIA e quel trattamento da “privilegiato”: evidentemente il ferrarista non è uno qualunque

La FIA condannerà sempre il linguaggio offensivo nel motorsport, specialmente se diretto ai commissari o agli altri concorrenti, e si aspetta che tutti i partecipanti ai Campionati siano rispettosi e coscienti di essere un esempio per il pubblico e in particolare per i giovani

LaPresse/Photo4
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Questo afferma la FIA. E quello che è successo nel recente Gran Premio del Messico è storia nota ormai a tutti. Comprese le frasi, infarcite di parolacce e vaffa, uscite dalla bocca di un Vettel che pareva essere ridiventato un bambino a cui avessero rotto il giocattolino preferito.

Strillava insulti, il giovane Sebastiano, colpito dalle frecce RedBull come il Santo del suo nome. Urlava epiteti irripetibili al signor Charlie Whiting. Minacciava punizioni corporali da lui stesso eseguite ai danni del più giovane rivale di terra olandese.

LaPresse/PA
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Tutto questo, a dispetto di quanto sopra letto, è stato cancellato, annullato, sotterrato. Non è successo niente. Niente è stato. L’inchiesta diceva che “regolamento alla mano qualunque concorrente può essere sanzionato per ogni parola atto o scritto che può causare lesioni morali o personali

Evidentemente San Sebastiano da Maranello non è uno qualunque.

Evidentemente non tutti i piloti sono uguali.

Evidentemente la legge FIA non è uguale per tutti.

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