Ciclismo, Denk racconta Sagan: “non è una star, ecco come l’ho convinto a venire alla Bora-Hansgrohe”

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Denk, team manager della Bora-Hansgrohe, racconta come ha portato il campione del mondo Peter Sagan in questo team emergente

La stagione 2016 di ciclismo è ormai terminata, i ciclisti quindi si focalizzano adesso sulla prossima stagione, ricca di novità, che regalerà sicuramente grandi emozioni. Nibali ha lasciato l’Astana per iniziare un nuovo progetto con la Bahrain Merida, mentre la Tinkoff chiude i battenti e i suoi corridori sono costretti a trovarsi una nuova casa. Sagan, campione del mondo delle due ruote ha deciso di non approdare in uno dei big team, ma di spostarsi alla Bora-Hansgrohe.

sagan3Cosa ha spinto lo slovacco ad approdare in un team emergente? E’ stato il team manager Denk: “trust, fiducia, è la prima parola che serve per capire. Sono una persona seria, concreta. Mi piacciono i fatti, più delle parole. Mi sento molto ‘tedesco’ in questo e mi considero molto differente da uno come Oleg Tinkov. Da dilettante ho corso con Giovanni Lombardi, l’attuale manager di Sagan. Mi conosce, si fida. Peter l’ho incontrato in estate per la prima volta e mi ha fatto una ottima impressione. Io non lo vedo come una star, ma come un ragazzo normale. Non abbiamo parlato solo di ciclismo e credo che lui, in questa fase della carriera, avesse bisogno di un ambiente come il nostro. Gli è piaciuto il progetto“, ha raccontato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.

LaPresse/Reuters
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Vogliamo trovare il giusto equilibro tra fare sport ad alto livello e creare divertimento. Siamo ambiziosi, abbiamo 27 corridori e non vogliamo fissarci solamente sul Tour, dove cercheremo la maglia verde con Peter. Puntiamo a vincere uno dei cinque Monumenti, alla top-5 in due dei grandi giri, a un posto tra le prime 6 squadre del ranking. In Germania l’interesse per il ciclismo sta ritornando alto ma vogliamo ci sia per tutti i 10 mesi della stagione, non solo a luglio. Il Giro d’Italia è una corsa fantastica e noi dovremmo portare Majka come uomo per la classifica. Poi abbiamo Buchmann, forse il giovane tedesco più interessante per i grandi giri. Non siamo Sagan-dipendenti, ma è chiaro che è un piacere avere Peter con noi“, ha concluso il manager.

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