Roma 2024, a Rio il Cip punta i riflettori sul progetto Legacy

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Al centro dell’organizzazione dei Giochi nella Capitale c’è infatti proprio il concetto di eredità che i Giochi Olimpici e Paralimpici possono lasciare alla città e al Paese

Da Roma ’60 a Roma 2024, la storia continua. A Casa Italia Paralimpica, nella Paróquia Imaculada Conceição, riflettori puntati sul progetto legacy paralimpica in un evento organizzato con la regia del CIP(Comitato Paralimpico Italiano) che vede protagonista  il Comitato Promotore Roma 2024. Al centro dell’organizzazione dei Giochi nella Capitale c’è infatti proprio il concetto di eredità – non solo in termini di strutture, ma anche di percezione e avvicinamento allo sport – che i Giochi Olimpici e Paralimpici possono lasciare alla città e al Paese.

 A introdurre l’incontro, al termine della prima giornata di gare delle Paralimpiadi di Rio 2016, il presidente del CIP e Vice Presidente di Roma 2024 Luca Pancalli, insieme al Coordinatore Generale del Comitato Promotore Diana Bianchedi e al Responsabile delle Relazioni Internazionali Simone Perillo. Che impatto possono avere i Giochi e in particolare le Paralimpiadi sulla città e sul Paese che le ospitano? Straordinario, dicono i numeri delle edizioni passate come per esempio quella di Londra. Secondo l’ultimo rapporto 2016, infatti, oltre 220mila disabili in più praticano attività sportiva in tutto il Regno Unito, rispetto al 2005 quando vennero assegnate le Olimpiadi. Non solo, nel quartiere di East London, dove è stato realizzato il Parco Olimpico, oltre 36.000 disabili sono stati coinvolti nelle iniziative di avvicinamento allo sport del “Motivate East- health and physical activity programme”.

Non un caso isolato, come dimostrano i risultati anche dell’edizione precedente dei Giochi a Bejing nel 2008. Lo stesso IPC (Comitato Paralimpico Internazionale) sottolinea in un report come in Cina l’organizzazione dei Giochi Paralimpici abbia consegnato alla collettività, trasporti, edifici e strutture finalmente accessibili per tutti; e come migliori anche la percezione complessiva delle persone con disabilità, e la vita di oltre 20 milioni di persone. In questo solco si inserisce Roma 2024, con un progetto che dedica grande attenzione sia alla fase Olimpica che a quella Paralimpica dei Giochi, pensati non solo come occasione di sport ma anche come acceleratore di sviluppo in termini di accessibilità ed inclusione. “Roma nel 1960 – ricorda Pancalli -, fece da apripista, realizzando la prima edizione dei giochi Paralimpici della storia. Da quel modello e da quel know-how il Comitato Promotore vuole ripartire per organizzare nel 2024 un’edizione ancora più memorabile”.

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