L’anno della squadra

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Basta superstar del pallone, quest’anno vince “la squadra”

È l’anno della squadra. Senza dubbio. Mai come quest’anno ciò che vince nel calcio non è la superstar strapagata ma l’unione di 11 giocatori che credono nel concetto di spogliatoio. Bisognerebbe prendere esempio da quello che sta accadendo per meditare e organizzare le prossime mosse; fossimo in alcuni presidenti di serie A, lo faremmo.

LaPresse/PA
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Si parte con il Leicester di Ranieri, squadra che grazie al fortissimo spirito di gruppo è riuscita a compiere un vero e proprio miracolo calcistico, spiazzando ogni pronostico e battendo sceicchi e magnati russi. Senso dell’aiuto reciproco e lotta su ogni palla, questi i requisiti per vincere, dice Claudio Ranieri.

L'esultanza di Conte per la vittoria Italia vs SpagnaMa sembra di ascoltare Antonio Conte parlare. Perché alla fine sono le stesse parole che il mister azzurro, in questo momento al top della sua carriera, predica negli spogliatoi della Nazionale Italiana. Sacrificio, corsa, compattezza, e tutti per uno. La Nazionale si muove come un sol uomo, agli ordini di un sol uomo. E quando c’è coesione d’intenti, il risultato sale a galla, con grande gioia degli astanti e dei paganti. Una squadra; una sola cosa.

MaxPPP
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Come la sorpresa-cenerentola di questi Europei 2016, l’Islanda. Il miracolo Islanda. Ancora imbattuta! Un allenatore dentista. Un portiere regista. Un solo e unico “geyser sound”. Una squadra fusa con il suo pubblico, undici giocatori che sono essi stessi tifosi e pubblico. È l’anno della squadra. Avanti così! Ci piace.

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