Caso Schwazer, l’allenatore Sandro Donati non ci sta: ecco la sua clamorosa proposta

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Sandro Donati, allenatore di Alex Schwazer, vorrebbe chiedere al TNA di fa iscrivere ‘sub judice’ il marciatore azzurro alle Olimpiadi di Rio

CASO SCHWAZER – Dopo un’attesa snervante, è arrivata ieri l’ennesima batosta per Alex Schwazer. Le contro-analisi effettuate sul campione B hanno confermato la positività del marciatore alto-atesino che, a questo punto, viene escluso dai Giochi di Rio de Janeiro.

LaPresse/Fabio Cimaglia
LaPresse/Fabio Cimaglia

Una mazzata davvero pesantissima per l’atleta azzurro che, com’era prevedibile, ha preso malissimo la notizia: “Alex è triste, disorientato, arrabbiato e mi ha detto ‘perché mi hanno fatto questo’ e io gli ho risposto ‘perché ci hanno fatto questo’. Di fronte a questa schifezza Alex dimostra una grande forza d’animo e ne esce a testa alta”. Lo ha detto Sandro Donati, allenatore di Alex Schwazer, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000. “Faremo un’istanza agli organi competenti di giustizia italiani quindi al Tribunale nazionale antidoping – ha aggiunto Donati – per far valere tutti i nostri argomenti che saranno molto duri. Riguardano tutto lo sviluppo incredibile e anomalo di questo controllo.

LaPresse/Claudia Fornari
LaPresse/Claudia Fornari

Se nella prossima settimana il Tribunale nazionale antidoping ci concede udienza noi faremo valere le nostre ragioni. Quella potrebbe essere la sede nella quale, di fronte a una situazione poco chiara, si potrebbe sospendere ogni giudizio e consentire ad Alex di essere iscritto ‘sub iudice’ ai giochi Olimpici. Ma il caso potrebbe anche essere archiviato, gli elementi che siamo in grado di portare sono tali che confidiamo nell’archiviazione. L’elenco delle persone contro me e Schwazer è lungo – ha continuato Donati – All’interno della Iaaf ci sono diversi personaggi, è noto che dall’indagine di Bolzano sono emersi database scottanti che documentano che la Federazione internazionale per anni non ha agito pur di fronte a casi eclatanti di valori ematici molto alti.

LaPresse/REUTERS
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Poi c’è tutta una vecchia guardia italiana che ancora deriva dalla precedente gestione del Coni o dalle precedenti gestioni Fidal che non mi perdonano la lotta di tanti anni contro le corruzioni istituzionali del doping. Per l’individuazione dei nemici c’è solo l’imbarazzo della scelta. Sono contento di aver creato intorno ad Alex un gruppo che non lo abbandonerà. Non accadrà quello che è accaduto in passato: dirigenti sportivi che scompaiono in pochi secondi appena sentono odore di difficoltà. Alcuni dirigenti mi hanno detto che questa storia la vedevano molto sospetta ma poi sono scomparsi. A tutto questo ha fatto eccezione il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che è veramente una grande persona“.

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