Le sagge riflessioni di Mino Raiola

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Un procuratore individua in 3 frasi i mali (curabili?) del calcio italiano

Se perde la passione della gente che tiene ancora in vita l’Arca dei diritti tv, il calcio italiano si ritrova nella merda. Non si è investito a tempo debito. Nessuno ha cercato un’evoluzione o creduto nell’incredibile: si fa politica per ostruire, non per costruire”.

mino-raiolaParole, dure come pietre, pronunciate da Mino Raiola nel corso di una recente intervista. Intervista che prosegue, mentre i toni si accendono ancora di più: “finchè ci sarà gente come Tavecchio, moriremo ogni giorno”. E nel caso in cui non bastasse ancora, ecco la ciliegina sulla torta: “In Italia il proprietario di un club non è proprietario di un cazzo. Comandano i tifosi.” Bene. Ora, lasciando da parte i commenti che si possono fare sui modi di parlare e di vestire di Mino Raiola, riteniamo che in questi 3 pareri del milionario procuratore, residente a Montecarlo, vengano evidenziati i problemi, e dunque proposte le soluzioni, per riuscire a risollevare le sorti di un calcio italiano moribondo. Qualcuno può affermare che sia falso che il calcio italiano sia drammaticamente col-legato al denaro proveniente dai diritti televisivi (a qualcuno piace per davvero questo campionato spalmato?)?

LaPresse/Spada
LaPresse/Spada

Qualcuno può davvero dire che ci sia stata un’evoluzione nel mondo del calcio italiano (Moratti-Agnelli-Berlusconi e gli stadi di Italia ’90!)? Quanto poi al fatto che in Italia si faccia politica per ostruire e non per costruire, direi che potrebbe e dovrebbe essere lo slogan perfetto per una nuova formazione politica, laddove ce ne fosse un reale bisogno. Sul signor Tavecchio non spendiamo una parola. Ne spende abbastanza lui, da solo. Quasi mai a ragion veduta (Optì Pobà e tutti i figli suoi). Si finisce l’analisi del ragionamento Raiolano parlando di tifosi. E scorrono davanti agli occhi le immagini dei tifosi della Samp che contestano Zenga, dei tifosi della Roma che inneggiano a Totti, dei tifosi dell’Inter che umiliano Mazzarri. E un attimo dopo vengono in mente le relative scelte societarie. Caro Mino, a pensarci bene, non è che per caso ti andrebbe di dare una mano al nostro amato calcio tricolore? Il calcio italiano è un calcio stremato, popolato da decenni dagli stessi attori, e ha bisogno, ora o mai più, di una forte terapia d’urto.

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